Covid, addio alle Primule: come cambierà la campagna vaccinale
Il nuovo governo Draghi cambierà il piano vaccinale mettendo al centro due obiettivi: produzione in Italia dei vaccini e migliorare la distribuzione
Il commissario all’emergenza Covid-19 in Italia, Domenico Arcuri, ha ricevuto la conferma del nuovo esecutivo di Mario Draghi, ma la campagna vaccinale verrà probabilmente riscritta. A partire dalla cancellazione delle “Primule” disegnate da Stefano Boeri, che nell’idea del precedente governo dovevano servire da centri vaccinali, e soprattutto, dalla produzione in Italia dei vaccini.
Covid, come cambierà la campagna vaccinale: il programma di Draghi
Nel suo discorso programmatico in Senato per il voto di fiducia, il presidente del Consiglio ha spiegato che per il piano di vaccinazione “abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla Protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”.
“La nostra prima sfida è, ottenute le quantità sufficienti, distribuire (il vaccino, ndr) rapidamente ed efficientemente” ha detto Draghi sottolineando come bisogna fare “tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparare dai Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate”.
Come riporta il Corriere gli sforzi del nuovo governo Draghi saranno diretti a stringere accordi con le aziende produttrici dei vaccini già autorizzati in Europa, come Pfizer e Moderna, per fabbricare le dosi direttamente in stabilimenti italiani. La priorità in generale è arrivare comunque ad un’accelerazione delle consegne già previste, sfruttando l’incremento sulla produzione che diverse case farmaceutiche hanno realizzato dopo le difficoltà che hanno portato ai ritardi delle forniture.
Covid, come cambierà la campagna vaccinale: addio alle Primule
Al centro del nuovo piano vaccinale ci sarà quindi la ridefinizione dei centri previsti per la somministrazione di massa delle dosi anti-Covid alla popolazione. L’idea di Draghi sarebbe di riproporre il modello dei tamponi coinvolgendo la Protezione civile, che gestirà tutte le forze coinvolte, come i militari e i volontari. In più sarà fondamentale il coinvolgimento dei medici di famiglia, con i quali il ministro della Salute Roberto Speranza sta lavorando all’accordo sui pagamenti per ogni iniezione.
Come riporta Repubblica, il progetto delle “Primule”, i padiglioni disegnati dall’architetto Stefano Boeri, sarà abbandonato in luogo dell’utilizzo di spazi già esistenti, come i terminal degli aeroporti, le fiere, gli auditorium, le caserme, gli stadi o quelli svuotati dalle chiusure per l’epidemia come palazzetti dello sport, cinema e teatri.
Considerato che un primo bando di gara da 8 milioni di euro per 21 “Primule” è stato già pubblicato, è probabile che verranno comunque consegnate simbolicamente ai capoluoghi delle Regioni. I padiglioni potranno risultare utili con il rallentamento delle misure di contenimento.
Il commissario Domenico Arcuri, che ha superato la prova del passaggio di esecutivo, manterrà quattro funzioni operative: l’approvvigionamento delle dosi, la consegna agli hub regionali, il reclutamento di ulteriori medici e infermieri e l’individuazione dei punti di somministrazione.
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