L'ex ministro Urbani nella rsa: "Qui si viene a morire. Berlusconi? Con le donne si aiutava con delle pozioni"
L'ex ministro Giuliano Urbani racconta la sua vita nella rsa e fa delle rivelazioni intime su Silvio Berlusconi: "Si aiutava con delle pozioni"
Giuliano Urbani, 87 anni, è uno dei fondatori di Forza Italia. Nel primo governo Berlusconi è stato ministro per la Funzione pubblica e gli Affari regionali. Nella formazione del secondo governo presieduto dal Cav, ha invece ricoperto l’incarico di ministro dei Beni e delle Attività culturali. Oggi vive in una rsa a Roma, a Primavalle. Intervistato dal quotidiano La Stampa, ha dichiarato in modo crudo che in “questi posti ci si arriva alla fine” della vita.
- Giuliano Urbani e la vita nella rsa: "Qui si viene a morire"
- L'ex ministro racconta l'ossessione di Berlusconi per i comunisti
- Berlusconi e le pozioni per migliorare l'attività sessuale
- Urbani contro Salvini e La Russa
Giuliano Urbani e la vita nella rsa: “Qui si viene a morire”
“In questi posti ci si arriva alla fine, si viene a morire”, ha spiegato Urbani a proposito della sua vita nella rsa di Primavalle. L’87enne soffre di idrocefalo normoteso, una patologia neurologica con tratti simili all’Alzheimer: “Le possibilità di guarire sono zero – ha aggiunto l’ex ministro– l’intervento mi ha permesso di mantenere la lucidità mentale”. Oggi Urbani cammina con l’aiuto di un deambulatore.
L’ex ministro racconta l’ossessione di Berlusconi per i comunisti
Spazio poi alla politica e alle sue origini. L’ex ministro è di Perugia. Lungo la chiacchierata con il giornale torinese ha ricordato che lui, in giovane età, era un uomo di sinistra che detestava le guerre: “Poi l’Ugi, l’Unione goliardica italiana. Votavo Pli. Berlusconi sapeva benissimo che simpatizzavo per la sinistra. Un liberale di sinistra”.
Giuliano Urbani
Urbani ha quindi evidenziato che Berlusconi “era ossessionato dai comunisti” e che nutriva il timore che gli avrebbero fatto saltare le sue attività imprenditoriali. Lo conobbe nel 1993, quando viveva a Torino dove spesso faceva colazione con l’avvocato Agnelli.
Quando nacque il primo governo Berlusconi, Urbani divenne ministro per la Funzione pubblica. Il giorno della fiducia in Senato si ritrovò tra Spadolini e Agnelli che maliziosamente gli chiesero: “Tu che c’entri con Berlusconi? Sei un liberale, non hai niente in comune con lui, te ne accorgerai tra un po’ e te ne pentirai”.
Urbani ha spiegato che Agnelli giudicava il Cav, “a torto, un superficiale”. Fedele Confalonieri invece gli diceva di fidarsi di Berlusconi, in quanto sicuro che avrebbe dimostrato di saperci fare. “Vedrai che Silvio è migliore di come appare a molta gente””, gli sussurrò Confalonieri. Urbani: “Io gli raccontai del fuoco di fila di Spadolini e Agnelli. Anni dopo Confalonieri mi disse: ‘Ora che lo conosci bene dimmi se mi sbagliavo’. Non sbagliava”.
Berlusconi e le pozioni per migliorare l’attività sessuale
L’ex ministro ha poi parlato a ruota libera della particolare attenzione di Berlusconi per le donne: “Per lui le femmine erano l’elisir di gioventù. In maniera molto borghese ha cercato di nascondere questa debolezza per non urtare sua mamma e sua sorella; le idolatrava entrambe. Quando sono morte è venuto meno il freno inibitorio e si è scatenato. Lo faceva con un infantilismo strepitoso”.
Spazio poi ad una confessione molto privata e intima. Urbani ha sostenuto che Berlusconi “si faceva aiutare molto dai chimici per avere effetti sessuali. Ha avuto un amico, il sindaco di Catania Scapagnini, che gli preparava le pozioni per essere più potente, finalizzate alla forza sessuale”.
Urbani contro Salvini e La Russa
Il fondatore di Forza Italia ha poi parlato della politica attuale, dicendo di essere stato sorpreso positivamente da Giorgia Meloni che si è dimostrata “più intelligente, scaltra e pragmatica” di quanto credeva.
Secondo Urbani, però, la destra italiana ha un problema relativo alla classe dirigente. A sostegno di tale tesi è stato citato il caso Sangiuliano. “Farlo ministro è stata una scelta demenziale”, ha tuonato.
Bordate anche indirizzate a Matteo Salvini, considerato dall’ex ministro un leader “di una ingenuità, mediocrità e provvisorietà strepitose”. Parere negativo anche su Ignazio La Russa: “Quello sciocco del presidente del Senato dice che ha il busto di Mussolini in casa. L’unica spiegazione è che non vuole perdere il contatto con il suo zoccolo duro…”.
Parole di stima, invece, nei confronti di Antonio Tajani definito il “meglio del moderatismo”.