Cosa prevede la nuova legge anti pezzotto contro la pirateria: i rischi per chi viene beccato
La nuova legge anti pirateria, già ribattezzata legge anti pezzotto, è stata approvata il 22 marzo 2023 alla Camera dei Deputati: cosa prevede
Nella tarda serata di mercoledì 22 marzo 2023, alla Camera dei Deputati è stata approvata con 252 voti a favore e nessun contrario la nuova legge anti pirateria, ribattezzata legge “anti pezzotto”.
Il provvedimento approvato alla Camera dei Deputati dà allo Stato il compito di tutelare la proprietà intellettuale nelle sue varie forme. In un passaggio del testo si legge che “la Repubblica è chiamata a riconoscere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, a tutelare il diritto d’autore, a sostenere le imprese, gli autori, gli artisti e i creatori, a responsabilizzare gli intermediari di rete per rendere più efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d’autore, nonché a promuovere campagne di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico”.
‘La Repubblica’, assieme all’esperto di diritto d’autore Matteo Flora, ha illustrato le principali novità introdotte in materia di anti pirateria.
- Blocco dei contenuti illeciti a livello di indirizzo IP con la nuova legge "anti pezzotto"
- Cosa prevede il procedimento d'urgenza
- I rischi per chi usa il "pezzotto"
- Le nuove pene
- Gli aspetti critici della nuova legge anti pirateria
Blocco dei contenuti illeciti a livello di indirizzo IP con la nuova legge “anti pezzotto”
La nuova legge anti pirateria prende di mira i siti che diffondono in modo illecito contenuti coperti da diritto d’autore, come per esempio le partite. Fino a questo momento un’autorità poteva chiedere che un sito venisse bloccato e oscurato, ma solo a livello di Dns. Tale accorgimento, però, era facilmente aggirabile. Ora il blocco potrà avvenire a livello di indirizzo IP, cioè direttamente sull’indirizzo del sito.
Cosa prevede il procedimento d’urgenza
L’Agcom, con la nuova legge, avrà il potere di ordinare ai prestatori di servizi di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita, anche tramite provvedimenti cautelari in via d’urgenza. Ricevuta una segnalazione, l’Agcom potrà quindi immediatamente avvertire la magistratura.
I rischi per chi usa il “pezzotto”
Uno degli aspetti cardine della nuova legge è il principio “follow the money“. Ciò può implicare delle conseguenze anche per l’utente finale: per motivi di privacy non è possibile risalire a lui tramite l’indirizzo IP ma lo si potrà fare tramite i pagamenti perché la nuova legge consentirà di chiedere a banche o altri istituti e servizi di avere i dati personali di chi si vuole indagare. Ciò significa che si potrà scoprire in questo modo chi ha pagato il servizio, chi ha ricevuto i soldi o chi ha supportato la diffusione del materiale.
Uno degli aspetti cardine della nuova legge è il principio “Follow the money”.
Le nuove pene
Il testo della nuova legge prevede la reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa da 2.582 euro a 15.493 euro per “chiunque abusivamente esegue […] la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita” a fine di lucro.
Per i fruitori di servizi di questa tipologia, invece, la sanzione passa da 1.000 a 5.000 euro.
Gli aspetti critici della nuova legge anti pirateria
Uno degli aspetti più discussi della nuova legge anti pirateria è il concetto di “opera editoriale”, affiancato e equiparato al concetto di opera “cinematografica, audiovisiva”, vittime di pirateria.
L’esperto di diritto d’autore Matteo Flora ha spiegato a ‘La Repubblica’: “Chiunque potenzialmente in futuro potrebbe chiedere la violazione di un suo prodotto. Un creatore di contenuti potrebbe denunciare il sito di un giornale per essersi appropriato di un suo video e chiedere, e magari ottenere, che venga oscurato”.