Coronavirus, qualcosa in comune con la polio: l'idea di Guerra
Cosa hanno in comune poliomielite e coronavirus: Ranieri Guerra (Oms) fa il punto e lancia una nuova sfida
L’impennata dei contagi da coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, con quasi 20mila casi, ha fatto scattare l’allarme degli esperti. L’ultimo a intervenire è stato Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Per lui l’Italia è “ancora in tempo” e può “far regredire la curva”, poi ha parlato di una inquietante similitudine del Covid con la polio.
Coronavirus e poliomielite, le similitudini
In passato, ai tempi della polio, “c’erano respiratori automatici per i bambini colpiti dalla poliomielite che andavano incontro a paralisi devastanti della muscolatura respiratoria, i famosi ‘polmoni d’acciaio’ ce li ricordiamo e ci sono fotografie che rappresentano parte della storia della polio”.
Guerra, come riporta Adnkronos, lo ha ricordato in occasione di una lectio magistralis, aggiungendo: “Sono cose che non vogliamo rivedere ma purtroppo invece abbiamo rivisto con gli intubati in terapia intensiva per Sars-Cov-2. Per fortuna la dimensione è più gestibile e meno definitiva di quanto sia stata la polio. L’approccio però deve essere lo stesso la società deve mobilitarsi”.
Coronavirus, cosa ha insegnato la polio: l’idea di Guerra
Dalla polio, inoltre, è arrivata un’importante lezione: “L’eradicazione della polio c’è perché abbiamo una serie di vaccini che vengono somministrati in maniera capillare in tutto il mondo – ha sottolineato Guerra – Il vaccino per il Sars-CoV-2 arriverà, abbiamo molti candidati promettenti”.
“Ci sarà – ha previsto Guerra – un problema analogo a quello già vissuto con la polio, quindi occorrerà produzione massiccia, una logistica di distribuzione fondamentale che deve raggiungere anche gli ultimi del mondo e la possibilità di sostenere il Ssn e metterlo in grado di agire per il bene collettivo”.
“Sia il coronavirus che il virus della polio sono ubiquitari – ha concluso Guerra – prima che intervenisse la vaccinazione, il virus della polio aveva la stessa distribuzione globale che stiamo vedendo con Sars-Cov-2. La storia ci insegna che utilizzare certe tecniche e procedere trasferendo i risultati della ricerca in attività clinica di sanità pubblica può contenere i contagi“.