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Como, il primario narcotizza e violenta un'infermiera: arrestato, tradito dalle ricerche fatte sul web

Il medico 53enne avrebbe usato dei farmaci per tramortire la presunta vittima: prima aveva cercato sul web informazioni sulle conseguenze

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Il primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale Villa Aprica di Como è finito in manette, con l’accusa di aver narcotizzato e violentato un’infermiera. Si tratta del 53enne Carlo Pizzi, denunciato da una donna vittima del presunto abuso.

Farmaci e violenza, arrestato il primario

Il medico è stato arrestato dai carabinieri che hanno ricevuto la denuncia della presunta violenza da parte di un’infermiera della struttura Villa Aprica a Como. La donna, secondo quanto raccontato da Tgcom24, avrebbe infatti subito l’abuso sotto effetto di farmaci.

Pizzi, stando all’accusa, avrebbe infatti prima somministrato dei farmaci alla presunta vittima e poi, una volta in stato di incoscienza, avrebbe abusato di lei. Ad aggravare la posizione del medico, che si proclama innocente, anche una telefonata registrata dalla donna il giorno dopo la presunta violenza, in cui Pizzi le avrebbe ammesso gli abusi.

Incastrato dalle ricerche sul web

Ma ad incastrare ancor di più il medico 53enne, primario di anestesia e rianimazione della struttura lombarda, ci sarebbero anche delle ricerche fatte sul web. Pizzi, infatti, sarebbe stato tradito dalla cronologia del browser.

Il medico, secondo quanto riferito dal quotidiano online, avrebbe infatti cercato su internet informazioni sulle conseguenze di una violenza commessa utilizzando farmaci, e sui costi dei risarcimenti delle spese processuali. Oltre a questo, l’uomo avrebbe anche cercato le conseguenze penali per chi uccide i cani, un dettaglio che non è sfuggito agli inquirenti dal momento che la donna ne possiede uno.

La posizione del primario

Finito in manette con pesanti accuse, il medico 53enne si è subito dichiarato innocente. Nonostante tutte le prove in mano ai carabinieri, Pizzi ha dichiarato che i rapporti con l’infermiera erano consenzienti.

Anche la chiamata registrata dalla donna, secondo il primario, era stata costruita per liberarsi della donna. Il tabulato della conversazione è stato consegnato ai carabinieri che analizzeranno nel dettaglio la chiamata per fare chiarezza sull’accaduto.  Si attendono dunque sviluppi sulla vicenda sulla quale gli inquirenti continueranno a indagare per confermare o meno la pista dell’abuso denunciato dall’infermiera di Villa Aprica di Como.

Quanto successo in Lombardia segue il tentativo di stupro da parte di un detenuto ai danni di un’infermiera del carcere di Sollicciano, in provincia di Firenze.

infermiera Fonte foto: 123RF
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