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Centri migranti in Albania, terzo stop dai giudici a Meloni: i precedenti che non sorridono alla premier

Terzo stop dai giudici al piano migranti di Meloni in Albania: la Corte d’appello non li convalida. I precedenti che anticipano la decisione Ue

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Nuovo colpo al piano del governo Meloni sui centri migranti in Albania: la Corte d’appello di Roma ha bocciato per la terza volta il trattenimento dei richiedenti asilo a Gjader. I 43 migranti torneranno in Italia e attenderanno qui l’esito delle loro richieste. Il caso è stato rinviato alla Corte di Giustizia Ue, che si esprimerà il 25 febbraio.

Terzo no ai migranti in Albania

Venerdì la Corte d’appello di Roma ha respinto la convalida del trattenimento di 43 migranti portati nel centro di Gjader, in Albania. La decisione rappresenta il terzo stop al piano del governo, dopo i precedenti casi di ottobre e novembre. I migranti torneranno in Italia nella serata di sabato, sbarcando al porto di Bari, dove attenderanno l’esito delle loro procedure di asilo.

Come nei casi precedenti, la Corte d’appello ha ritenuto che i Paesi di provenienza dei migranti, tra cui Bangladesh ed Egitto, non possano essere considerati “sicuri” secondo i criteri stabiliti dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Tappe centro AlbaniaFonte foto: ANSA

La questione è stata rinviata a Lussemburgo, che dovrà pronunciarsi definitivamente il 25 febbraio.

La decisione dei giudici a ottobre

Il primo stop al piano Meloni era arrivato il 18 ottobre 2024, quando il Tribunale di Roma aveva negato la convalida del trattenimento di 12 richiedenti asilo bengalesi ed egiziani. Il motivo? L’impossibilità di riconoscere come “Paesi sicuri” i loro Stati di origine.

L’obiettivo del governo era trasferire in Albania i migranti maschi adulti provenienti da nazioni classificate come sicure. La decisione dei giudici aveva bloccato l’iniziativa, stabilendo che la qualifica di “Paese sicuro” deve essere valutata caso per caso da un giudice, e che un paese può essere definito tale solo se garantisce sicurezza omogenea in tutto il suo territorio e per tutti i cittadini.

Riscontrata l’assenza dei requisiti per detenere nel centro in Albania i migranti, questi erano tornati in Italia, scatenando una battaglia di botta e risposte, e azioni concrete, tra governo e giudici.

Il decreto Meloni fallisce anche a novembre

Infatti per contrastare la prima bocciatura, il governo aveva nel frattempo varato un decreto per ridefinire la lista dei Paesi sicuri. L’11 novembre 2024 però un secondo stop era arrivato per 7 richiedenti asilo, sempre egiziani e bengalesi.

In questo caso, i magistrati hanno sospeso il giudizio sulla convalida dei trattenimenti e hanno rimesso la questione direttamente alla Corte di Giustizia Ue, evidenziando possibili contrasti tra il decreto Meloni e le norme europee. Nel frattempo, i migranti sono stati rilasciati.

Di fronte a questi due primi stop, il governo ha modificato la procedura, affidando le decisioni non più ai tribunali ma direttamente alle Corti d’appello, sperando in un esito favorevole. La nuova pronuncia del 31 gennaio 2025 ha confermato il trend: anche le Corti d’appello hanno bloccato i trattenimenti, rimandando nuovamente tutto alla giustizia europea.

migranti-albania-meloni-giudici Fonte foto: ANSA
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