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Caso Scieri, 5 indagati per la morte del parà. Le accuse

Notificato a cinque persone l'avviso di chiusura delle indagini. Il giovane parà sarebbe precipitato perché colpito mentre fuggiva

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Emanuele Scieri, il giovane allievo della Folgore deceduto il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, sede del centro di addestramento dei paracadutisti, sarebbe precipitato da un’altezza di 10 metri perché colpito mentre fuggiva dai commilitoni. È questa, secondo quanto riferisce l’Ansa, la ricostruzione della morte del giovane parà fatta dal pm di Pisa Alessandro Crini.

A Scieri “prima fu ordinato di svestirsi parzialmente poi fu percosso” e quando si rivestì per sfuggire alle violenze “tentò di salire sulla scala della torretta” arrampicandosi “dalla parte esterna”.

Sarebbe stato inseguito da Panella “passato da dentro” che lo avrebbe “continuato a colpire: lo testimoniano le lesioni a mani e corpo di Scieri, che gli fanno perdere la presa e precipitare da 10 metri”.

La procura di Pisa ha riaperto l’inchiesta nel 2017, dopo che precedenti indagini erano state archiviate ipotizzando il suicidio del giovane. Oggi è stato notificato a cinque persone  l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Si tratta dei tre ex caporali Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico, l’unico ancora in servizio nell’Esercito, tutti accusati di omicidio volontario. Panella fu anche arrestato nell’estate 2018 perché gli inquirenti temevano potesse scappare negli Usa dove da tempo viveva.

Tra gli indagati anche l’ex comandante della Folgore, il generale in pensione Enrico Celentano, al quale è stato contestato di aver reso false dichiarazioni al pm. Il quinto è un ex ufficiale in congedo della Folgore, Salvatore Romondia, accusato di favoreggiamento.

Agli atti dell’inchiesta ci sono anche i risultati dell’autopsia sulla salma di Scieri, riesumata l’anno scorso. “In particolare – ha detto il pm Crini – una ferita al piede compatibile con un colpo ricevuto con un mezzo penetrante, un corpo contundente, che gli perfora l’arto e quelle alle mani che noi riteniamo compatibili con i pestoni subiti mentre Scieri tenta di arrampicarsi sulla torretta scalando a mani nude dall’esterno e secondo noi inferti da Panella”.

Inoltre, hanno aggiunto gli inquirenti, “lavorando a ritroso abbiamo rintracciato una telefonata partita dall’interno 209 che appartiene all’aiutante maggiore” Salvatore Romondia.

“La telefonata risulta dai tabulati – osserva Crini -, un’ora dopo il ritrovamento del cadavere il 16 agosto e compare tra decine di altre chiamate indirizzate a vari comandi. Quella, invece, della durata di 4 minuti, è destinata all’abitazione romana della famiglia Panella e assume, per noi, una rilevanza significativa”.

Parlando dei due indagati per favoreggiamento, il procuratore ha detto che “abbiamo elementi che sul piano indiziario ci danno dimostrazione del fatto che il livello di conoscenza dell’episodio relativo alla morte di Scieri fu abbastanza immediato anche da parte della struttura di comando e comportò una serie di reazioni e di organizzazioni di cose che furono messe in atto”.

emanuele-scieri-indagini Fonte foto: Ansa
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