Caos M5S, Barbara Lezzi chiede una nuova votazione su Rousseau
La senatrice Barbara Lezzi, ex ministra per il Sud, all'attacco dei vertici del Movimento 5 Stelle: perché ha chiesto una nuova votazione su Rousseau
La senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi, legata alla corrente dell’ormai ex grillino Alessandro Di Battista, si è detta più volte contraria all’appoggio pentastellato al neonato governo guidato da Mario Draghi. Sulla sua pagina Facebook ha rivelato di aver avanzato una richiesta ai vertici del M5S: indire una nuova votazione sulla piattaforma Rousseau.
Caos M5S, Barbara Lezzi chiede una nuova votazione su Rousseau
“Questa mattina ho inviato, insieme ad alcuni colleghi, una mail al Capo Politico, al Comitato di garanzia e al Garante per segnalare che la previsione del quesito posta nella consultazione dell’11/02/21 non ha trovato riscontro nella formazione del nuovo Governo”, ha scritto la senatrice Barbara Lezzi sulla sua pagina Facebook.
L’ex ministra per il Sud ha infatti sottolineato come “non c’è il super-ministero che avrebbe dovuto prevedere la fusione tra il Mise e il Ministero dell’Ambiente oggetto del quesito”.
La Lezzi ha concluso chiedendo “che venga immediatamente indetta nuova consultazione. È evidente che, in assenza di riscontro, al fine di rispettare la maggioranza degli iscritti, il voto alla fiducia deve essere No“.
Caos M5S, Barbara Lezzi attacca Vito Crimi: la mail inviata
Poi, il post scriptum contro Vito Crimi: “P.S. Gentile Capo Politico, in qualsiasi altro Paese e in qualsiasi altra forza politica, lei avrebbe tratto le più onorevoli conseguenze anziché minacciare espulsioni”.
Allegato al post su Facebook c’è poi il testo della mail “che può essere inviata da tutti gli eletti del M5S” indirizzata al capo politico del M5S Vito Crimi, al comitato di garanzia del M5S, all’associazione Rousseau e al garante Beppe Grillo.
“In riferimento alla consultazione sulla piattaforma Rousseau dello scorso 11 febbraio – si legge – segnaliamo che la previsione indicata dal quesito non è stata soddisfatta dalla formazione del Governo indicata dal Presidente Draghi, di seguito esplicitiamo le ragioni della contestazione”.
“Nel post pubblicato da Beppe Grillo in data 6 febbraio 2021 si elencano dieci proposte, le prime due sono riferite alla transizione ecologica. La prima recita: fondere in un ministero per la Transizione ecologica gli attuali ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico. Come hanno fatto Francia e Spagna, e altri Paesi. Nominare ministra/o una persona di alto profilo scientifico e di visioni. La seconda recita: dare la competenza della politica energetica al nuovo ministero per la transizione ecologica o almeno all’eventuale superstite ministero dell’Ambiente. Come è in Francia, Svizzera e altri Paesi”, prosegue la mail.
“Il quesito proposto agli iscritti del Movimento 5 Stelle – si legge – è stato formulato prendendo in riferimento la prima proposta come si evince dal testo di seguito riportato. ‘Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico–politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?’. Alla luce di questi elementi, l’indicazione di voto del gruppo parlamentare è di sfiducia al nuovo Governo in quanto non attinente con la volontà degli iscritti”.
Quindi, la conclusione. “Per modificare l’orientamento di voto, è necessaria nuova consultazione ed il quesito non dovrà più prevedere il super–ministero ma l’opzione n. 2 delle proposte di Beppe Grillo e dovrà indicare il perimetro della maggioranza, ormai noto, che consiste nella presenza di Lega, Forza Italia, Partito Democratico, Leu, Italia Via e Movimento 5 Stelle”.