Attentato a Tel Aviv con l'auto sui pedoni, anche pugnalati: assalitore ucciso da un civile, grave una donna
Un 23enne ha investito alcuni pedoni a Tel Aviv in un attentato, poi li ha pugnalati: è stato ucciso da un civile, una donna ferita gravemente
Ennesimo attentato a Tel Aviv, città costiera d’Israele. Un 23enne palestinese si è messo alla guida di un’auto andando verso la folla a tutta velocità, investendo diversi pedoni: tra i 5 feriti anche una donna le cui condizioni sarebbero gravi. Il presunto attentatore è stato ucciso.
La dinamica dell’attentato a Tel Aviv
Secondo le prime ricostruzioni, un’auto avrebbe travolto alcune persone ferme alla fermata di un autobus a nord di Tel Aviv.
L’attentatore sarebbe stato ucciso da un civile a colpi di pistola.
Il capo della polizia di Tel Aviv, Ami Eshed, ha poi dichiarato che “non c’è dubbio che si sia trattato di un attentato. Dopo aver travolto i passanti, l’assalitore li ha anche pugnalati“.
Sulla zona volteggia un elicottero della polizia perché “è necessario verificare che l’attentatore non avesse complici”.
Si tratta dell’ennesimo attentato a Tel Aviv in pochi mesi: l’ultimo era stato lo scorso aprile, in cui era morto l’italiano Alessandro Parini.
Quanti sono i feriti
Stando a quanto riferito dai servizi di pronto soccorso, ripresi dall’Ansa, tra i 5 feriti nell’attentato a Tel Aviv ci sarebbe una donna in gravi condizioni.
Secondo i media, una fonte della polizia ha detto che l’attentatore alla guida dell’auto sarebbe stato neutralizzato e ucciso da un civile che era sul posto.
Chi era l’attentatore
L’attentatore sarebbe Hassim Haliala, un palestinese di 23 anni di un paese vicino Hebron, in Cisgiordania.
Lo riferiscono fonti riportate dai media, secondo cui il ragazzo aveva un permesso per ricevere cure mediche a Tel Aviv.
Hamas, da Gaza, ha inneggiato all’attentato definendolo “un’eroica vendetta” per l’operazione militare a Jenin, in Cisgiordania, dove l’esercito israeliano ha condotto un attacco causando almeno 10 morti tra i palestinesi, con 100 feriti tra cui 20 gravi.
Un attacco che il presidente Abu Mazen ha definito “crimine”, chiedendo all’Onu e alla comunità internazionale “di intervenire con urgenza per costringere Israele a fermare l’evacuazione degli abitanti” del campo profughi di Jenin.