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Agenti denunciati dopo le manganellate a una donna trans a Milano: accusati di tortura, quanti anni rischiano

I quattro agenti che hanno preso a manganellate Bruna, la donna trans, sono stati denunciati per tortura

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A Milano non si placa la polemica che vede al centro la polizia locale dopo l’aggressione a una donna trans tra le strade della città meneghina. Dopo che le immagini sono rimbalzate in rete, infatti, un vero e proprio polverone si è scagliato sui quattro vigili che in attesa di indagini più approfondite sono stati allontanati dal servizio di pattuglia in strada. E nelle ultime ore è anche arrivata la denuncia dell’avvocato dell’aggredita.

La denuncia per tortura

A poco meno di una settimana dall’aggressione, avvenuta mercoledì 24 maggio 2023 in via Sarfatti, a Milano, l’avvocato di Bruna, la trans brasiliana colpita a manganellate dalla polizia locale, ha deciso di denunciare gli agenti. La legale, infatti, ha deciso di presentare in procura una querela per tortura aggravata dalla discriminazione razziale, lesioni aggravate dall’abuso di potere e minacce aggravate.

La denuncia, va sottolineato, è un atto dovuto per far progredire l’iter giudiziario. Senza l’esposto, che è stato depositato al pm Tiziana Siciliano e all’aggiunto Giancarla Serafini che stanno indagando sul fatto, la procura sarebbe infatti stata “costretta” a chiudere l’indagine per improcedibilità.

Cosa rischiano gli agenti

Ma cosa rischiano gli agenti che hanno aggredito Bruna? A far comprendere nel dettaglio i possibili scenari corre in aiuto il codice penale. La tortura, nella fattispecie, è trattata nell’articolo 613 bis e viene definita come violenza o minaccia grave “ovvero agendo con crudeltà”.

Chiunque provochi “sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione”, si legge nel codice penale.

Ma c’è una differenza, perché se il fatto è commesso da un privato cittadino la pena può andare dai 4 ai 10 anni. Nel caso in cui, invece, i fatti sono commessi da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, la pena è della reclusione da 5 a 12 anni.

La manifestazione di solidarietà

Intanto, mentre il destino dei quattro agenti è appeso a un filo, a Milano sono andate avanti le manifestazioni in solidarietà di Bruna.

Domenica 28 maggio 2023, infatti, è andata in scena una manifestazione tra le strade della città che ha visto partecipare anche Monica Romano, consigliera del comune di Milano e attivista dell’Acet, l’associazione per la cultura e l’etica transgender

donna-trans-milano Fonte foto: ANSA/Twitter
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