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Trans presa a manganellate dai vigili di Milano, la versione degli agenti e la minaccia: "Non arrivate vivi"

Polemiche sugli agenti della polizia locale di Milano dopo l'arresto violento della trans, rapporto al vaglio dei pm

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A Milano impazza ancora la polemica per quanto successo nella mattina di mercoledì 24 maggio 2023 in cui una donna trans di origini brasiliane è stata aggredita e presa a colpi di manganello dalla polizia locale durante l’arresto. L’aggressione, ripresa in un video diventato virale sui social, è al centro di un’indagine interna della locale che ha già messo al vaglio la relazione del Comando 2 coinvolto nel pestaggio.

La ricostruzione

L’indagine su quanto avvenuto a Milano è guidata dalla pm Tiziana Siciliano a cui è affidato il compito di chiarire quanto successo. Le immagini che circolano sul web parlano chiaro, ma in sede d’inchiesta dovrà essere valutata la relazione che il Comando ha fornito.

Secondo quanto emerso dai video, i “ghisa” sono intervenuti in via Giocosa per la segnalazione della trans che urlava contro i passanti e all’arrivo della locale, con tanto di ambulanza, la donna è stata trasportata via. Poi, all’altezza di via Castelbarco, l’aggressione dopo il tentativo di fuga. La trans è stata quindi aggredita con spray al peperoncino e colpi di manganello, con le immagini che hanno fatto il giro del web e indignato tutti.

La difesa dei vigili

Ma gli agenti della polizia locale di Milano non ci stanno e rispondono alle accuse di chi gli punta il dito contro sulla base di un video. I ghisa, infatti, nella relazione presentata hanno ricostruito esattamente i fatti.

Secondo quanto emerso, ad agire dopo la segnalazione sarebbero stati un sovrintendete, con assistente e due agenti. Nella relazione trasmessa al Comando 2 in procura viene scritto che la trans, che ha precedenti specifici che risalgono al 2010, una volta fermata e fatta salire a bordo della vettura della locale ha cominciato ad aggredire gli agenti.

Prima avrebbe iniziato a mordersi la mano fino a farla sanguinare per poi “sputare minacciando di avere l’Aids”. Successivamente ha tentato di farsi del male con dei fermagli metallici. All’altezza di via Castelbarco avrebbe finto il malessere e dopo aver preso a calci gli agenti ha tentato la fuga.

La relazione entra quindi nel dettaglio nella parte incriminata del fermo. “Violenti calci alle gambe“, “agente caduta rovinosamente a terra procurandole lesioni” recita il rapporto, con gli agenti che hanno scritto che la trans è stata immobilizzata dal sovrintendente poi aiutato dagli agenti che “vedendo i colleghi in difficoltà utilizzava il bastone distanziatore all’indirizzo del fuggitivo“.

La frase della trans

Nella relazione, poi, emerge anche un quadro di violenze verbali che la donna trans ha rivolto agli agenti. Secondo quanto scritto, infatti, dopo l’arresto e prima dell’aggressione la donna avrebbe minacciato i ghisa.

Voi due non arrivate vivi a stasera, io sono pazza” le parole rivolte dalla trans agli agenti in auto, mentre si mordeva le mani e sputava sangue in direzione degli agenti.

L’indagine e i provvedimenti

Come detto, l’episodio è al vaglio di un’indagine aperta nell’immediato e affidata al pm Tiziana Siciliano. Intanto i quattro della polizia locale protagonisti di questa storia sono stati tolti dalla strada e destinati a lavori d’ufficio.

Tutti e quattro gli agenti saranno quindi ascoltati oggi dai pm, con i sindacati che alzano il muro in difesa dei ghisa: “Sono già stati condannati ed è una vergogna”.

polizia-locale-milano Fonte foto: ANSA
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