12enne torna a scuola dopo l'incidente e viene bullizzato per le cicatrici dai compagni e un insegnante
I genitori di un 12enne hanno denunciato episodi di bullismo da parte dei compagni e di un insegnante del figlio, preso di mira per le cicatrici
Bullizzato per le cicatrici. I genitori di un 12enne hanno ritirato il figlio da una scuola di un paese della Bassa veronese: il ragazzo, investito da un furgone, aveva conservato i segni dell’impatto e, tornato a scuola, avrebbe subito episodi di bullismo non solo da parte dei compagni, ma anche di un insegnante. Lo sfogo della madre.
L’incidente
La vicenda è raccontata da ‘L’Arena’, quotidiano di Verona, e riguarda un 12enne investito un anno fa da un furgone.
Si è salvato, ma l’incidente ha richiesto una serie di interventi chirurgici, lasciando quindi delle cicatrici visibili alla testa e sul volto.
La denuncia di bullismo in classe
Tornato a scuola dopo l’incidente, il 12enne avrebbe raccontato ai genitori di aver subito critiche, offese e condanne per la sua situazione fisica, con frasi del tipo “Sei un mostro, con quella cicatrice meglio se non ti fai vedere“. O ancora “l’incidente ti ha reso stupido” e “Dio ti ha lasciato qui con quella faccia per punirti“.
Così, la famiglia ha deciso di tenere a casa il figlio per due settimane: dopodiché hanno chiesto alla scuola il nulla osta per iscriverlo in un altro istituto.
Il gesto dell’insegnante
Oltre ai compagni di classe, però, il 12enne sarebbe stato vittima di bullismo anche da parte di un insegnante, che – sostiene la famiglia – avrebbe toccato la cicatrice sul volto, esaminando gli esiti dell’operazione.
Un altro alunno avrebbe addirittura “messo le mani sul collo e abbiamo deciso che non si poteva andare avanti così”, racconta la madre a ‘L’Arena’.
La dirigenza, dopo aver richiamato il docente e punito alcuni dei ragazzi per le offese al compagno di classe, ha deciso di attivare qualche ora di didattica a distanza.
Lo sfogo della madre
La madre ha aggiunto che l’insegnante “non ha mai ritenuto opportuno scusarsi con mio figlio“.
Il 12enne, ha raccontato la donna, avrebbe “pianto per tre ore, non riuscivo a calmarlo, non voleva più uscire di casa perché si sentiva un mostro, come gli era stato detto“.
Del caso si sta occupando anche Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione Italiana Famigliari e Vittime della Strada, che ha chiesto che il Ministero dell’Istruzione mandi un’ispezione alla scuola.