Zaki parla dal carcere: preoccupazione per la sua salute mentale
L'ultima lettera di Patrick Zaki dal carcere spaventa amici, familiari e Amnesty International
“Le recenti decisioni sono deludenti come al solito, senza una ragione comprensibile. Ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio“. Sono le parole che Patrick Zaki, lo studente e attivista egiziano che studiava a Bologna che ora si trova nel carcere di Tora, affida a una lettera indirizzata alla famiglia, riportata dalla pagina Facebook Patrick libero.
“Il mio stato mentale non è un granché dall’ultima udienza”, ha rivelato il giovane, avvenuto meno di una settimana fa, con la decisione di far scontare a Zaki altri 45 giorni di carcere. Oltre agli amici e dei parenti del ragazzo, anche Amnesty International ha riferito preoccupazione per il giovane.
“Amnesty International è veramente allarmata per le condizioni fisiche e mentali di Patrick Zaki, che sembrano in via di deterioramento”, ha fatto sapere all’Ansa il portavoce dell’ong Riccardo Noury, sottolineando la speranza “che queste parole dolorose di Patrick giungano al Governo italiano, che faccia veramente qualcosa di più, di meglio e di veloce di quanto ha fatto finora, per assicurare che Patrick possa tornare presto in libertà”.
“Dalla sua cella nel carcere di Tora giungono questa volta parole ancora più afflitte e preoccupanti da Patrick”, ha continuato il rappresentante di Amnesty. “L’ultima conferma di 45 giorni di detenzione evidentemente ha colpito moltissimo e ha provato davvero molto Patrick Zaki, che ha bisogno di sentire intorno a sé un affetto, un amore, una solidarietà infiniti e però ha anche bisogno di decisioni che riguardino la sua più che possibile, imminente, scarcerazione“.