Giorgetti evoca il golden power su Banco Bpm e Unicredit, come funziona lo strumento che frena l'operazione
Golden power evocato da Giorgetti su Unicredit-Banco BPM: come funziona lo strumento a tutela dei settori strategici italiani e quando si applica
La mossa di Unicredit su Banco Bpm sembra aver spiazzato il Governo Meloni. Per questo, il Ministro dell’Economia Giorgetti ha evocato il golden power. Si tratta di uno strumento che l’esecutivo potrà utilizzare per limitare l’operazione: ecco come funziona e quando si può applicare.
Cos’è il golden power
A seguito dell’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco Bpm promossa in mattinata da Unicredit, Giancarlo Giorgetti ha ricordato l’esistenza del golden power.
Il ministro ha infatti ricordato che l’offerta è stata “comunicata ma non concordata col Governo”, cosa che dovrebbe accadere in casi come questo.
Il ceo di Unicredit Andrea Orcel
Il golden power è stato infatti introdotto nel 2012 per limitare le operazioni che rischiano di far finire le attività strategiche in mano straniera.
Lo strumento è nato per sostituire il vecchio golden share, che venne accusato di infrazione da parte della Commissione UE, in quanto spesso usato impropriamente, in violazione del trattato sulla libera circolazione di capitali vigente in Europa.
Caso Banco Bpm e Unicredit: quando si applica
Ma come si colloca il golden power nel caso Banco Bpm e Unicredit?
Innanzitutto, è bene chiarire quali sono i settori in cui lo strumento è applicabile.
Tra questi rientrano difesa e sicurezza, energia, trasporti e comunicazioni, oltre che tutti i settori strategici, secondo quanto disposto dalla normativa di riferimento (DL n. 21/2012).
Tuttavia, negli anni, i settori di interesse sono stati ampliati e a oggi comprende anche quello finanziario e creditizio.
In molti non hanno potuto fare a meno di notare come lo strumento sia stato invocato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze relativamente a un gruppo con sede in Italia. La proposta riguarda infatti un gruppo privato italiano che mira ad acquisire un altro gruppo, anch’esso italiano.
Tuttavia, con le modifiche normative risalenti al 2022, l’esecutivo potrebbe comunque intervenire al fine di difendere gli interessi dell’Italia in settori strategici come quello finanziario e creditizio.
Inoltre, la mossa preoccupa il Governo in quanto, come ricordato da Matteo Salvini “Unicredit ormai di italiano ha poco e niente”.
Le prerogative del Governo
Di fatto, grazie al golden power, il governo può opporsi a diverse operazioni, se un’impresa gestisce una delle attività considerate strategiche.
Come ha ricordato Giorgetti relativamente alla trattativa Unicredit e Banco Bpm, non è stata ancora inviata alcuna notifica. “Il Governo farà le sue valutazioni e valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso”, ha dichiarato.
Le imprese hanno infatti l’obbligo di notificare l’esecutivo prima di compiere operazioni strategiche, pena sanzioni salate.