Viviana Parisi, nuova ipotesi: "Tutto inscenato". Il depistaggio
Possibile svolta nel giallo di Caronia: si fa strada l'ipotesi di un duplice tentativo di depistaggio. Le novità sul caso di Viviana Parisi e Gioele
Una nuova ipotesi getta una luce inedita sul giallo di Caronia, molti mesi dopo il ritrovamento dei corpi di Viviana Parisi e del figlio Gioele. Il consulente della famiglia della dj Carmelo Lavorino, come riporta Adnkronos, ha fornito nuovi dettagli in seguito all’ultimo sopralluogo avvenuto nel luogo del ritrovamento, in provincia di Messina. L’ipotesi che si fa strada è quella del depistaggio con la messa in scena di un omicidio-suicidio.
Nuova ipotesi sul giallo di Caronia: “Opera di depistaggio”
“Da quanto precedentemente acquisito e valutato e da quello che abbiamo constatato, appare evidente che tutto si oppone allo scenario ‘omicidio-suicidio’ e ci fa ritenere che ci sia stata una duplice opera di depistaggio da parte di una combinazione criminale”, queste le parole del consulente della famiglia di Viviana Parisi.
A seguito del sopralluogo effettuato ieri, infatti, l’esperto ha dichiarato che sarebbero due le opere di depistaggio. In primo luogo, “il trasporto del corpo di Viviana sotto il traliccio per inscenare un suicidio”, in secondo luogo “l’occultamento del corpicino di Gioele per poi dare il via alla macabra messinscena col trasporto postumo”.
All’ultimo sopralluogo sul luogo del ritrovamento hanno partecipato anche il medico legale Antonio Della Valle, le dottoresse Angelica Zenato e Nicolina Palamone. “Ovviamente erano presenti i due medici legali consulenti della Procura di Patti dottoresse Sapienza e Ventura ed esperti della Polizia Scientifica”, ha precisato il consulente Lavorino.
Sulle pagine de La Sicilia, Lavorino è ancora più esplicito: “Siamo sempre più conviti che la donna non si sia uccisa, ma sia stata ammazzata da qualcuno che poi ha messo in atto una messinscena, spostando il suo corpo sotto il traliccio per creare un depistaggio”.
Suicidio di Viviana Parisi inscenato, le possibili prove
Il criminologo Carmelo Lavorino, consulente dei legali di Daniele Mondello, ha spiegato alla testata La Sicilia: “Non ci sono prove o impronte di Viviana sul traliccio, il corpo è posizionato non in modo conforme con una caduta dall’alto e inoltre ad una distanza inusuale”.
Sono queste alcune delle prove della possibile messa in scena del suicidio: “Inoltre, per come è stato realizzato il traliccio, e visto che era incandescente ad agosto, sarebbe stato impossibile per chiunque arrampicarsi sopra. Infine, il luogo era raggiungibile in auto e non a piedi per la presenza di rovi e per la mancanza di sentieri agibili, dunque è probabile che qualcuno abbia ucciso prima la donna e poi l’abbia portata qui per simulare il suicidio”. Queste le conclusioni di Lavorino.