Variante Delta, perché non sono aumentati i contagi: parla La Vecchia
L'immunologo ha spiegato perché nonostante la variante Delta sia più contagiosa e presente in Italia, non abbiamo assistito a un incremento dei casi
Il professor Carlo La Vecchia, immunologo e docente dell’Università di Milano, ha spiegato attraverso le pagine di Repubblica perché il numero di positivi al Covid continua a scendere nonostante la maggiore diffusione della variante Delta, più contagiosa, che rappresenterebbe il 16,8% delle infezioni, come ipotizza l’Istituto Superiore di Sanità in base ai dati raccolti.
Variante Delta, perché non sono ancora aumentati i contagi: la spiegazione
“Vedremo un appiattimento della curva e una possibile ripresa del numero dei contagi quando la discesa della variante Alfa, la ex variante inglese, adesso predominante in Italia, verrà contrastata dalla risalita della Delta”, ha dichiarato l’esperto. “Quando quest’ultima arriverà al 20% o al 25%, ci sarà un impatto“.
“Non lo osserviamo ancora perché, forse, siamo sotto quella soglia e perché comunque i numeri assoluti sono bassi, c’è poco coronavirus in giro. È possibile che nelle prossime settimane, come avvenuto in Paesi che hanno vaccinato prima di noi, ad esempio il Regno Unito e Israele, si osservi una inversione di tendenza nei contagi”, ha sottolineato.
Bisogna osservare che tanto in Regno Unito quanto in Israele non si registrano molti casi particolarmente gravi, anche se “c’è un aumento degli accessi negli ospedali del Regno Unito, più o meno un raddoppio nell’arco di 15 giorni dell’accesso nelle terapie intensive, ma i numeri assoluti sono comunque bassi. E poi non c’è praticamente un impatto sui decessi“.
“Questo non esclude che le cose possano un po’ peggiorare in futuro, ma rende estremamente improbabili ulteriori ondate di dimensioni analoghe a quelle dello scorso inverno per ciò che concerne Covid grave, ospedalizzazioni e decessi”, ha spiegato ancora Carlo La Vecchia.
Variante Delta, cosa succederà con i contagi grazie al vaccino anti Covid
Il vaccino anti Covid “ha protetto gli anziani e gli adulti, le persone che si ammalavano seriamente e che morivano. Dobbiamo sbrigarci a fare le seconde dosi perché la prima non protegge bene dalla variante Delta. Abbiamo ancora meno della metà dei sessantenni e dei settantenni che hanno ricevuto le due dosi”.
Un’idea potrebbe essere quella di anticipare i richiami “per gli over 60”, per cui “andrebbero fatte fare 6 o 7 milioni di dosi. Poi ci si deve concentrare sulle seconde dosi a chi ha tra 50 e 59 anni. Anche se è difficile in questo momento cambiare l’impostazione della campagna vaccinale“.
Variante Delta, perché dovremmo vaccinare più tardi i ragazzi: parla La Vecchia
Sarebbe meglio secondo quanto ha dichiarato Carlo La Vecchia a Repubblica posticipare dunque le vaccinazioni per i più giovani. “Vanno protetti tutti i cittadini italiani, ma i ragazzi e poi i bambini dovranno essere vaccinati per ultimi”.
Questo anche perché “i giovani si ammalano molto poco e quasi mai gravemente se hanno meno di venti anni. Quindi possono aspettare. Non è neanche vero che se il coronavirus si trova tra di loro si creano le varianti. Quelle diffuse fino ad ora sono nate in altri Paesi”.
Variante Delta e Covid, la previsione per il futuro del professor Carlo La Vecchia
La previsione per il futuro è che grazie ai vaccini “non torneremo mai più ai livelli di marzo 2020 o all’inverno 2021, ma dobbiamo abituarci a convivere con questi strumenti che ci consentono di contenere la diffusione e le conseguenze”. Tra questi anche la possibilità di nuove chiusure.