Valter Lavitola e la guerra tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi: "Si guardavano dal buco della serratura"
Valter Lavitola parla della vicenda della casa di Montecarlo e dello scontro che c'era all'epoca tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini
“Mi pesa aver innescato una vicenda che può portare a una condanna ingiusta”. Così Valter Lavitola a distanza di anni torna a parlare della vicenda della casa di Montecarlo, per la quale Gianfranco Fini rischia 8 anni di carcere, e della guerra che c’era all’epoca tra Silvio Berlusconi e l’ex leader di Alleanza Nazionale.
- Valter Lavitola e la casa di Montecarlo
- La guerra tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi
- Lavitola e le prove a Saint Lucia
- "Fini ha saputo solo dopo"
Valter Lavitola e la casa di Montecarlo
Socialista e poi berlusconiano, fu Valter Lavitola a trovare a Saint Lucia i documenti che dimostrarono che la casa di Montecarlo lasciata in eredità ad Alleanza Nazionale dalla contessa Colleoni era stata acquistata da Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, con i soldi dell’imprenditore Corallo.
L’ex direttore dell’Avanti, oggi ristoratore, si racconta in una intervista a Repubblica e torna sulla vicenda che lo vide protagonista, spiegando come si inserisse nella guerra in corso all’epoca tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
Lavitola racconta di una riunione a Palazzo Grazioli per decidere cosa fare sul caso dell’appartamento di Montecarlo in cui Berlusconi disse: “O troviamo prove certe, o dobbiamo fermare gli attacchi”.
La guerra tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi
All’epoca, siamo nel 2010, era in corso uno scontro politico tra Berlusconi, allora presidente del Consiglio, e il presidente della Camera Fini. L’ex leader di An fu al centro di una accesa campagna di stampa portata avanti dai giornali berlusconiani.
“La verità – afferma Lavitola – è che Fini era un leader, non sopportava di essere un delfino. E Berlusconi, comunque, non sopportava i delfini. Cominciarono l’uno a guardare nel buco della serratura dell’altro”.
Lavitola e le prove a Saint Lucia
Lavitola parte quindi per Saint Lucia, dove c’era una società che si sapeva fosse dietro l’acquisto della casa, alla caccia di prove contro Fini.
Nel paradiso fiscale caraibico ha un contatto, un agente dell’MI6, il servizio segreto britannico, che però non lo aiuta.
Alla fine riesce a convincere il presidente di Saint Lucia a chiedere un’informativa sulla vicenda al ministro della Giustizia e a ottenere i documenti. È la prova che cercava da usare contro Fini.
“Fini ha saputo solo dopo”
Lavitola ora recita il mea culpa: “Non lo rifarei. La ragione principale per cui ne sto parlando è che mi pesa aver innescato una vicenda che può portare a una condanna ingiusta“.
“Sono certo – afferma l’ex direttore dell’Avanti – che all’inizio Fini non sapeva che la casa fosse stata acquistata dal cognato con i soldi di Corallo, l’imprenditore delle slot”.
“Fu Corallo a organizzare la cosa da Saint Lucia, dove aveva due casinò, insieme ai Tulliani e ad altri intorno a Fini, che ha saputo solo dopo”, spiega.