Vaccino, terza dose in base alla curva: Palù svela un retroscena
La somministrazione della terza dose dipenderà dall'andamento della curva dei contagi: l'anticipazione di Palù, presidente Aifa
Il Comitato tecnico scientifico ha appena espresso il suo parere in merito alla terza dose per gli over 80, ospiti delle Rsa e sanitari più a rischio ma resta l’incognita dei cittadini “comuni”. Sull’argomento si è soffermato il professor Giorgio Palù, membro del Cts, in un’intervista al Corriere della Sera.
Se la terza dose sarà somministrata a tutti “dipenderà dall’andamento della curva epidemica nel Paese – ha detto Palù – dalla circolazione globale del virus e dalla durata dell’immunità sia naturale sia artificialmente acquisita con la vaccinazione nei vari strati di popolazione”.
Il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha poi aggiunto: “Gli studi sul campo stanno dimostrando che, dopo circa sei mesi, si assiste a un certo calo della risposta anticorpale e alla possibilità di infettarsi; ricordo però che gli attuali vaccini, allestiti contro un virus in circolazione ormai da due anni, sono ancora efficacissimi nel proteggerci dal Covid grave e dall’evento letale”.
D’altra parte, ha osservato Palù, “la maggior parte dei vaccini obbligatori e raccomandati sono somministrati in tre dosi: la prima nei primi mesi o anni di vita, la seconda dopo un mese dalla prima dose e la terza a distanza di sei mesi. Per poliomielite, difterite-tetano-pertosse sono previste quattro dosi, per morbillo, parotite e rosolia due dosi, per l’influenza il vaccino è stagionale”.
“Quindi non c’è motivo di accostarsi a questo terzo vaccino con pregiudizi – ha sottolineato -. Ricordo che anche alle nuove categorie verranno somministrati solo i composti di Pfizer e Moderna per i quali esistono studi sulla terza somministrazione”.
Per capire se l’Italia sta uscendo dalla pandemia, ha concluso l’esperto, “aspettiamo almeno un’altra settimana per valutare l’effetto del ritorno a scuola sui contagi. I prossimi dati saranno molto indicativi. Certo è che in tutti i Paesi europei la curva è in discesa. Da noi l’indice di riproduzione del virus è sullo 0,83, quindi è il segnale di un decremento stabile. L’incidenza settimanale del periodo 17-23 settembre è, quasi ovunque, di 45 casi ogni 100 mila abitanti”.