Nuove rivelazioni sul caso di Erba. In pensione Luciano Gallorini
Il maresciallo Gallorini avrebbe seguito una sola pista senza dare credito a due testimonianze. E gli investigatori avrebbero inquinato le prove
Il maresciallo Luciano Gallorini, che si è occupato delle indagini sulla strage di Erba, è andato in pensione. Dopo le rivelazioni di Rosa Bazzi, che avrebbe ammesso di aver subito pressioni da parte del carabiniere per confessare, Le Iene hanno cercato di intervistarlo. Secondo il programma di Italia 1, il maresciallo avrebbe omesso due testimonianze. Avrebbero potuto portare a un esito diverso il caso per cui sono stati condannati Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi dopo la loro confessione.
Ben Brahim Chemcoum, tunisino e all’epoca senzatetto, avrebbe descritto un gruppo di arabi fuggire dal complesso di abitazioni del luogo del delitto, come riportato nel verbale. Ciò che avrebbe visto confermerebbe anche la testimonianza di Fabrizio Manzeni, elettricista dirimpettaio della famiglia di Azouz Marzouk, che avrebbe riferito di aver visto un gruppo di persone sospette aggirarsi fuori dall’abitazione dei Castagna. Gli uomini non sono mai stati sentiti durante il processo.
Il supertestimone Mario Frigerio, sentito subito dopo i fatti, aveva riferito di essere stato colpito da una persona di carnagione olivastra, che non era del luogo e non aveva mai visto prima. Descrizione che non corrisponderebbe al vicino di casa Olindo Romano. Il Maresciallo Gallorini, secondo il servizio de Le Iene, avrebbe però manipolato l’unico sopravvissuto alla strage con domande mirate, e avrebbe escluso totalmente la pista iniziale del gruppo di extracomunitari.
Secondo alcuni giornalisti che si sono occupati del caso di Erba, l’unica prova scientifica, decisiva per la sentenza di ergastolo della coppia, sarebbe frutto di un inquinamento della scena del crimine. Le tracce di sangue di Valeria Cherubini, trovate sulla macchina di Olindo, sarebbero state infatti portate dai carabinieri che avevano prima perquisito l’appartamento dove erano state trovate le vittime. E che avrebbero falsificato le firme sul verbale.
Sarebbero sparite anche le intercettazioni ambientali e telefoniche di Rosa Bazzi e Olindo Romano, dei fratelli della vittima Raffaella Castagna, e di un interrogatorio di oltre 40 minuti di Mario Frigerio, in una stanza di ospedale insieme a quattro carabinieri, raccolte durante quasi 10 giorni a cavallo di Natale del 2006. Rosa Bazzi ha commentato le presunte negligenze nelle indagini da parte del maresciallo Gallorini così:
“Lo sbaglio è stato accollarci quello che ci hanno detto i carabinieri. Noi abbiamo avuto fiducia del maresciallo Gallorino. Se non hai fiducia di un mareschiallo, di chi puoi avere fiducia?”.