Terapie intensive, cambia la situazione: l'analisi di Mantovani
Cambia l'età media dei pazienti ricoverati in terapia intensiva ma non la mortalità: parla l'immunologo Alberto Mantovani
Il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva è visto da molti esperti come un indicatore importante per capire l’andamento del contagio da coronavirus e la sua letalità. Sulla questione è intervenuto ad “Agorà” su Rai3 Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University.
La prima precisazione di Mantovani è sull’età media dei ricoverati: “Voglio ricordare una cosa rilevante, le persone in terapia intensiva” per Covid-19 “in Lombardia hanno” oggi “un’età media 10 anni inferiore a quella che avevamo nella tempesta di marzo, cioè intorno ai 60 anni”.
“Ma la mortalità – ha poi avvertito l’immunologo Mantovani – continua a rimanere alta“.
Sui numeri dei ricoveri in terapia intensiva, “in questo momento – ha aggiunto – la situazione da noi è tranquilla”.
Il medico ha poi citato il collega Antonio Voza, responsabile della Medicina d’urgenza di Humanitas, secondo il quale “abbiamo 10 persone e nessuno in terapia intensiva o sub-intensiva”.
“Antonio Pesenti, che guida la rete lombarda delle terapie intensive e il nostro Maurizio Cecconi”, primario di Rianimazione Humanitas, “mi dicono che ci sono 44 persone in terapia intensiva”.
Grazie al “lavoro che abbiamo fatto e che continuiamo, facciamo diagnosi prima, curiamo prima e quindi meno persone arrivano in terapia intensiva. E comunque siamo pronti“, ha concluso Alberto Mantovani: “Come altre strutture abbiamo creato un Emergency Hospital – ha precisato – proprio per essere preparati a fronteggiare un’eventuale nuova situazione critica”.