Rovigo, risponde all'annuncio di lavoro: scartata perché araba
Il caso di Fatima, scartata da un datore di lavoro perché araba, sta facendo il giro del web: la ragazza si è rivolta all'avvocato Cathy La Torre
Sta facendo il giro del web la storia di Fatima, candidatasi per un lavoro da colf ad Adria (in provincia di Rovigo) e scartata perché araba. La sua storia è riportata anche da ‘La Repubblica’, che ha raccolto lo sfogo della stessa Fatima e dell’avvocato Cathy La Torre.
Fatima è nata 25 anni fa in un paesino vicino a Casablanca, in Marocco, ed è in Italia dal 2007, assieme ai genitori e ai due fratelli.
Diplomata all’istituto alberghiero di Adria, fino allo scorso febbraio Fatima lavorava come cuoca in un ristorante, ma il locale è chiuso dallo scorso inverno a causa della pandemia.
Per questo Fatima ha deciso di rispondere a un annuncio di un sito, che proponeva un lavoro come colf.
Questo lo scambio di messaggi su Whatsapp, datato 11 dicembre: “Buongiorno, sono Fatima, ho letto il vostro annuncio al quale sono interessata. È ancora disponibile? Grazie”. “Il suo nome mi dice che lei è araba quindi niente da fare“.
Fatima ha quindi deciso di rivolgersi all’avvocata Cathy La Torre, che a ‘La Repubblica’ ha spiegato: “Chiederemo il risarcimento del danno e chiederemo, come prevede la legge, che la sentenza venga pubblicata su un grande quotidiano nazionale. Questa testimonianza deve avere risalto e far riflettere sulla condizione di perpetua discriminazione che vivono moltissime persone nel nostro Paese”.
“Ormai siamo al razzismo più totale, sfacciato e viscerale“, ha scritto Cathy La Torre sulla sua pagina Instagram ufficiale, dove ha pubblicato un video in cui Fatima racconta la sua storia.
Il commento di Fatima a ‘La Repubblica’: “Mi sono sposata a febbraio e, da allora, ho mandato il mio curriculum un po’ ovunque. Ma se allego la foto col velo, neanche mi chiamano. Poi quando arrivo lì, anche se non copro il volto, sento la diffidenza“.
La ragazza ha aggiunto: “Io qui in Italia ho fatto medie e superiori, mi sento più italiana che marocchina. Penso e sogno in italiano. A scuola non ho ottenuto la borsa di studio Erasmus perché non ero italiana. Da 2 anni ho inoltrato la richiesta ufficiale di cittadinanza. Aspetto, sono testona, ce la farò”.