Rosa Fabbiano condannata a 26 anni per omicidio: uccise e fece a pezzi la madre a Melzo vicino Milano
Il corpo di Lucia Cipriano fu trovato fatto a pezzi nella vasca da bagno: la figlia Rosa Fabbiano è stata condannata per omicidio
È stata condannata a 26 anni di reclusione Rosa Fabbiano, accusata dell’omicidio dell’anziana madre Lucia Cipriano, avvenuto a Melzo nel Milanese nel 2022. Il cadavere fatto a pezzi della donna venne ritrovato nella vasca da bagno del suo appartamento.
- Rosa Fabbiano condannata a 26 anni per omicidio
- L’omicidio di Lucia Cipriano a Melzo
- Uccise e fece a pezzi la madre a Melzo
Rosa Fabbiano condannata a 26 anni per omicidio
La sentenza di condanna è arrivata nella giornata di lunedì 15 gennaio al termine del processo che si è celebrato presso la Corte d’Assise di Milano.
Come riporta Ansa, Rosa Fabbiano, 59 anni, è stata riconosciuta colpevole delle accuse di omicidio volontario e vilipendio di cadavere e condannata a 26 anni di carcere.
Il pm aveva chiesto una condanna a 28 anni. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante contestata, come aveva chiesto la Procura di Milano.
L’omicidio di Lucia Cipriano a Melzo
Il corpo privo di vita dell’84enne Lucia Cipiriano era stato trovato il 26 maggio 2022, dopo circa due mesi dal decesso, nella sua abitazione a Melzo, in provincia di Milano.
I resti dell’anziana erano stati trovati in bagno, nella vasca, accanto a un sacco con i suoi vestiti bruciacchiati.
I resti di Lucia Cipriano vennero ritrovati il 26 maggio 2022 nella sua casa a Melzo in provincia di Milano
Nella stanza i carabinieri avevano trovato anche una lama seghettata che, insieme a una sega da falegname rinvenuta in cucina, sarebbe stata utilizzata per smembrare il cadavere.
Uccise e fece a pezzi la madre a Melzo
Stando alle indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Elisa Calanducci, Rosa Fabbiano avrebbe ucciso la madre strangolandola, forse nel tentativo di farla smettere di gridare. La donna si occupava da tempo di accudire l’anziana madre.
Dopo l’omicidio avrebbe fatto a pezzi il cadavere, nascondendolo nella vasca da bagno che venne sigillata con del cellophane.
Secondo l’accusa, il movente dell’omicidio sarebbe da individuare nella “condizione di estremo disagio” in cui viveva la donna all’epoca dei fatti. La necessità di occuparsi dell’anziana madre si era aggiunta al rapporto difficile con il marito disabile e ai seri problemi di salute di cui stava soffrendo.