Cambia il 2 per mille e il finanziamento pubblico ai partiti raddoppia, ma il Quirinale blocca l'emendamento
Cambia il 2 per mille ai partiti, che diventa 0,2 per mille ma sarà automatico e obbligatorio come già accade per il contributo alle organizzazioni religiose
Un emendamento di Pd e Avs al decreto fiscale ha proposto di diminuire il contributo ai partiti politici dal 2 per mille allo 0,2 per mille rendendolo obbligatorio, ma il Quirinale si oppone. I fondi raccolti divisi tra i partiti in base alle scelte fatte dai cittadini, come già accade per l’8 per mille alle organizzazioni religiose, infatti, diventano un caso
- 0,2 per mille obbligatorio, come funziona
- Il Quirinale si oppone all'emendamento
- Raddoppiano le risorse dei partiti
- Quali partiti ci guadagnano
0,2 per mille obbligatorio, come funziona
Un emendamento al decreto fiscale proposto dal Partito democratico e da Alleanza Verdi Sinistra, con buone possibilità di essere votato anche dalla maggioranza di governo, aveva proposto una riforma del 2 per mille.
Oggi ogni cittadino può scegliere se dare il 2 per mille (vale a dire lo 0,2%) della propria Irpef a un particolare partito politico. La nuova legge ridurrebbe questo contributo allo 0,2 per mille (0,02%) rendendolo forzoso.
Da sinistra a destra Bonelli, Fratoianni e Schlein, leader di Avs e Pd
Nei piani è che possa funzionare quindi come l’8 per mille alle organizzazioni religiose. Il contributo di tutti coloro che non sceglieranno una destinazione andrà suddiviso tra tutti i partiti politici in proporzione a quante persone li hanno scelti nell’assegnazione del loro 0,2 per mille.
Il Quirinale si oppone all’emendamento
Non pochi, però, i dubbi del Quirinale sull’emendamento al decreto fiscale. Un avviso alle Camere sarebbe dal Quirinale dopo che è stato depositato un emendamento al dl fiscale.
I rilievi del Colle si basano, come anticipato dal Sole24, sul fatto che le modifiche contenute nell’emendamento sono disomogenee rispetto al testo del decreto che deve avere le caratteristiche di necessità e urgenza. Ma anche perché una riforma di questo tipo necessiterebbe di un provvedimento ad hoc più articolato, senza contare che l’emendamento ha un impatto sulle finanze pubbliche.
Difficilmente quindi potrebbe passare il vaglio degli uffici del Quirinale.
Raddoppiano le risorse dei partiti
Se l’emendamento di Pd e Avs dovesse passare, il nuovo 2 per mille ridurrebbe di molto le risorse che le persone che scelgono un partito a cui donare una parte delle loro tasse dà al partito stesso.
Nonostante questo, diventerà ancora più importante di prima scegliere un partito a cui donare il contributo. Perché in questo modo si decide in percentuale anche a quale partito andranno gli 0,2 per mille di chi non deciderà.
Le risorse dovrebbero circa raddoppiare per i partiti, anche se sarà un Dpcm da adottare entro 90 giorni dall’approvazione della legge a stabilire un eventuale tetto alle donazioni. L’emendamento originale invece prevedeva un tetto massimo di 28,1 milioni di euro.
Quali partiti ci guadagnano
A trarre vantaggio da questa riforma non sono per forza i partiti che hanno preso più voti, ma quelli con una base più solida, che riescono a mobilitare molti iscritti e convincerli a destinare loro lo 0,2 per mille.
Sono quindi gli stessi partiti che già guadagnavano molto dal vecchio 2 per mille. In testa c’è il Pd, che si era assicurato il 30% delle preferenze nel 2023, seguito da Fratelli d’Italia al 20%, Movimento 5 Stelle al 10% e Lega al 5,6%.
Secondo i primi calcoli, ognuno di loro aumenterebbe di molto il denaro ottenuto, con il Pd che otterrebbe 12 milioni di euro, 4 in più del 2023, il Movimento 5 Stelle che raddoppierebbe il proprio finanziamento da meno di 2 milioni a 4 milioni, così come Lega e Fratelli d’Italia, che raggiungerebbero rispettivamente 8 milioni e 2 milioni.