Pistola puntata in faccia a Napoli al senatore Luigi Nave: "Salvo grazie al tesserino da parlamentare"
Il senatore Luigi Nave ha subito due tentativi di rapina mentre tornava a casa: per due volte gli è stata puntata una pistola in faccia
Giornata da incubo per il senatore pentastellato Luigi Nave che di ritorno da una missione a Caivano ha subito due tentativi di rapina nel giro di mezzora. Il politico stava rientrando a casa a Villaricca alle porte di Napoli.
- Pistola puntata contro il senatore Luigi Nave
- Il secondo tentativo di rapina
- Luigi Nave volontario in Somalia
Pistola puntata contro il senatore Luigi Nave
Il parlamentare della Commissione Antimafia l’ha raccontato sui social e denunciato ai carabinieri.
Alle 18:30 il senatore si è ritrovato la pistola “tra il naso e la bocca”. “Il solito scooter, – dice successivamente raggiunto dal Fatto Quotidiano – due giovani col casco integrale che si affiancano alla mia auto e mi bussano sul vetro”.
Nave gli ha offerto l’auto, ma i criminali hanno replicato dicendo di volere la borsa. “Ma non ho la borsa, apro il portafogli: questo è il bancomat“.
“Poi – aggiunge – mi viene sotto mano il tesserino da parlamentare. Lo esibisco, ed è come se gli avessi puntato un cannone in pancia: se la squagliano“.
Il secondo tentativo di rapina
Appena il tempo di telefonare ai carabinieri per spiegare l’accaduto e di rimettersi alla guida ed ecco che il senatore affronta la seconda parte dell’incubo: “Mi sento ribussare al vetro“, dice.
“Toc toc sul vetro. Apro per la seconda volta la portiera ormai esausto più che spaventato”.
Anche loro hanno la pistola: “Me la puntano questa volta tra gli occhi appena sotto la fronte e il loro dire è più concitato, più pressante, più duro”.
“Dico subito che non ho contanti – aggiunge il senatore – ma col bancomat possono ritirare ciò che serve loro”.
Nave esibisce nuovamente il tesserino da parlamentare, che sortisce gli stessi effetti di prima: “Appena l’hanno visto se ne sono andati. Hanno immaginato di infognarsi in guai imprevisti”.
Il parlamentare ha dunque chiamato nuovamente i carabinieri per descrivere i delinquenti.
La risposta dei militari ha però avuto l’effetto di una doccia fredda:
“Mi hanno spiegato che con le loro auto non potrebbero mai essere veloci e tempestivi in quell’inferno di lamiere e purtroppo non hanno in dotazione motociclette per essere più efficienti”.
Luigi Nave volontario in Somalia
Forse il senatore è riuscito a mantenere il sangue freddo anche grazie alla sua esperienza sotto le armi:
“Ero di leva e alzai volontariamente la mano” per andare in Somalia, spiega. “Ho esperienza di alcuni conflitti a fuoco, ma senza aver dovuto annientare bersagli”.