Parla la zia di Rossella Cominotti dopo l'omicidio: "Non credo alle parole di lui", l'ipotesi sul movente
La zia di Rossella Cominotti parla dell'omicidio di La Spezia e fa le sue valutazioni sul marito e il movente: "Non credo a ciò che dice lui"
È quasi una seconda mamma, la zia di Rossella Cominotti che si ritrova a fare i conti con un omicidio dallo scenario ancora da chiarire. Alfredo Zenucchi è ora in carcere e per mercoledì 13 dicembre è previsto l’interrogatorio di garanzia. Lunedì 11 dicembre, invece, è arrivata la convalida dell’arresto.
Per sua zia, Rossella era una donna felice: “La chiamavo ‘libertina'”, dice la donna alle telecamere di ‘Pomeriggio Cinque’ per sottolineare l’assoluta voglia di vivere della 53enne trovata cadavere la mattina di venerdì 8 dicembre dal personale di servizio di un albergo di Mattarana, in provincia di La Spezia.
Per questo il racconto dell’edicolante 57enne, che sin da subito ha confessato l’omicidio parlando del progetto di togliersi la vita condiviso proprio con la moglie, non convince la zia di Rossella Cominotti.
“Io non ho creduto a una parola, perché Rossella era una ragazza molto solare“. Myrta Merlino le chiede se qualcosa delle dichiarazioni di Alfredo le risulti verosimile. “No”, tuona la donna, “non mi torna nulla di queste parole”.
Poi l’ipotesi su cosa abbia portato i coniugi verso quell’ultimo viaggio: “Le mie sono solo supposizioni, ma forse erano inseguiti. Forse scappavano da qualcuno“. Nel frattempo si attende la perizia calligrafica sulla lettera d’addio trovata nella stanza d’albergo.