Omicidio Sacchi, la ricostruzione e le conferme del gip
Nelle pagine del provvedimento di custodia cautelare dei due 21enni il gip ha ricostruito quanto accaduto la sera dell'omicidio di Luca Sacchi
Proseguono le indagini per far luce sull’omicidio di Luca Sacchi, il giovane 24enne ucciso mercoledì sera a Roma con un colpo di pistola alla testa. Per Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due giovani indagati per l’omicidio, è stato confermato lo stato di fermo e la custodia cautelare in carcere.
I due giovani, che sabato mattina hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere dinnanzi al gip di Roma, sono accusati di concorso in omicidio e rapina. Importanti novità emergono dalla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona dove è avvenuto l’omicidio, le parole dei testimoni potranno essere fondamentali per ricostruire cosa è realmente accaduto davanti al pub John Cabot.
Il contatto con i pusher: un amico intimo di Sacchi
È “un amico intimo di Luca Sacchi“, un pregiudicato per reati inerenti agli stupefacenti, il “contatto” tra Luca e Anastasia e la rete di pusher guidata da Valerio Del Grosso. Lo scrive, secondo quanto riporta l’Ansa, il gip nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due arrestati per omicidio. Il documento ricostruisce quanto avvenuto mercoledì sera.
Rintracciato dagli inquirenti il pregiudicato ha confermato la sua presenza nel locale in compagnia di Luca e Anastasia ma ha negato di conoscere Del Grosso e i due testimoni. Uno dei testimoni ha confermato la presenza dell’amico di Luca, dichiarando però che questi si è allontanato prima dell’arrivo dei carabinieri.
Si tratta di un soggetto con precedenti specifici legati alla droga. Lo stesso uomo viene citato da altri due testimoni che hanno ricostruito con gli inquirenti le fasi precedenti al delitto.
Un testimone ha riferito agli inquirenti che “era stato incaricato da Valerio Del Grosso di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare, come convenuto, della merce”.
“In quel contesto, – scrive il gip – una donna aveva lasciato uno zaino che il testimone stesso aveva constatato contenere soldi divisi in mazzette da 20 e da 50 euro”. Accertata la presenza del denaro, la ragazza, la fidanzata di Sacchi, “aveva ripreso lo zaino mentre arrivava subito Del Grosso che parlava” con l’amico di Sacchi “di ‘erba’ che sarebbe andato a prendere per portarla sul posto”.
Questa ricostruzione è stata confermata dal secondo testimone “dopo una iniziale reticenza” il quale “aggiungeva che all’acquisto della marijuana erano interessati tre ragazzi e una ragazza visti davanti al pub”. Mentre Del Grosso e Paolo Pirino si sono “allontanati per andare a prendere lo stupefacente” i due testimoni sono entrati nel pub “con il loro contatto”, l’ ‘amico intimo di Sacchi’.
Del Grosso: “Colpa del rinculo della pistola”
Nell’ordinanza del giudice si legge anche che un teste ha confermato di “avere contattato Andrea Del Grosso (fratello dell’arrestato ndr) avendo saputo che a sparare a Sacchi era stato Valerio, il quale lo aveva personalmente confidato la sera precedente ad un’altra persona, proferendo le parole “ho fatto una cazzata” e aggiungendo di aver sparato ad una persona”.
Il giudice ha aggiunto che dopo l’incontro con Andrea, il testimone avrebbe anche incontrato Del Grosso che, davanti ad altre persone “mimando il gesto con una mano ha riferito: ‘non volevo ucciderlo, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa'”.
Secondo quanto riportato dal gip però “la volontarietà dell’omicidio, quantomeno sotto il profilo del dolo eventuale, appare indiscutibile, tenuto conto dell’arma impiegata, della distanza ravvicinata, nonché della zona del corpo della vittima presa di mira nel corso di una rapina violenta”.
Omicidio Sacchi, Del Grosso e Pirino volevano scappare
Nell’ordinanza, poi, si legge: “I due hanno cercato di darsi alla fuga dopo aver appreso che i familiari di Valerio Del Grosso si erano presentati in commissariato e nel quartiere si era sparsa la voce del loro coinvolgimento nei gravi delitti di cui sopra: nella specie può essere irrogata una pena superiore a due anni di reclusione in quanto i reati ipotizzati prevedono pene detentive elevate anche nel minimo”.
Pirino, secondo quanto riportato, aveva provato a scappare via di casa: “Preso dal panico dopo una telefonata con la nonna, già contattata dalla polizia, era fuggito di casa in maglietta, pantaloncini e ciabatte senza dare spiegazioni se non quella ‘io non c’entro un c…’. Le ricerche serrate nello stabile, in zona via Teano, hanno portato al ritrovamento di Pirino sul terrazzo, nascosto nel buio dietro una cancellata che aveva scavalcato per non farsi trovare dai poliziotti”.
Omicidio Sacchi, i momenti prima dello sparo
Riportati, nell’ordinanza, anche i momenti precedenti all’uccisione del 24enne. Secondo il racconto di un testimone Sacchi “spingeva con forza l’assalitore, facendolo cadere, quindi quello con la tuta nera si avvicinava esplodendo ad un paio di metri distanza un colpo che attingeva Luca alla testa quindi i due rapinatori fuggivano immediatamente a bordo dell’auto sulla quale erano giunti, dileguandosi lungo via Mommsen”.
Confermata l’aggressione della fidanzata
Nel provvedimento di 7 pagine viene anche confermata l’aggressione ad Anastasiya Kylemnyk. Il gip, citando un testimone oculare, ha infatti ribadito che la giovane ucraina è stata colpita con una violenta mazzata alla testa prima dell’omicidio del fidanzato.
Il testimone, amico di Luca e Anastasiya presente al pub mercoledì, spiega di essersi allontanato per una chiamata quando ha notato l’arrivo dell’auto di Del Grosso e Pirino.
“Scendevano due uomini entrambi con i capelli corti, uno dei quali indossava una tuta ginnica di color nero (Del Grosso, ndr), mentre l’altro una tuta ginnica di colore chiaro (Pirino, ndr) che reggeva in mano una mazza di colore nero con una sfera all’estremità”. Secondo quanto riportato “i due uomini gridavano alla ragazza di consegnare loro lo zaino che aveva a tracolla e senza attendere la consegna quello con la tuta chiara la colpiva violentemente la testa”.