Luca Lucci capo ultrà del Milan nei guai per narcotraffico: spostati migliaia di chili di hashish e cocaina
Andrea Lucci, capo ultrà del Milan già in carcere, ancora nei guai: chiesto l'arresto per narcotraffico, avrebbe spostato migliaia di kg di droga
Luca Lucci è di nuovo nei guai. Il capo ultrà del Milan, leader della Curva Sud del club rossonero, si trova in carcere nell’ambito dell’inchiesta sul tifo cittadino. Proprio in cella ha ricevuto un’altra ordinanza di custodia cautelare per un’indagine sul narcotraffico. Avrebbe spostato, con altre persone, migliaia di chili di marijuana, hashish e cocaina.
- Luca Lucci e la nuova ordinanza di custodia cautelare
- Spostati migliaia di chili di droga, dall'hashish alla cocaina
- Le considerazioni del gip
- Chi è Luca Lucci: la foto con Matteo Salvini e il legame con Fedez
Luca Lucci e la nuova ordinanza di custodia cautelare
Secondo quanto riferito da Ansa, Luca Lucci sarebbe il destinatario di una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un’inchiesta su un’associazione dedita al narcotraffico.
Insieme al capo ultrà del Milan sarebbero coinvolte altre 8 persone.
Luca Lucci
Tra i nomi di chi è stato oggetto della misura cautelare, oltre a Lucci:
- Daniele Cataldo
- Yuri Trocino
- Luciano Romano
- Rosario Calabria
- Antonio Rosario Trimboli
L’ordine di arresto è stato firmato dal gip di Milano, Fabrizio Filice.
L’inchiesta è nata da un filone investigativo sviluppatosi durante le indagini sull’agguato subito da Enzo Anghinelli (12 aprile 2019), in relazione al quale sono stati già colpiti da misura cautelare il presunto mandante (Luca Lucci) e il presunto autore materiale (Daniele Cataldo).
Sono stati eseguiti anche 13 decreti di perquisizione disposti dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano a carico di altrettanti indagati non destinatari di misura cautelar, tra cui Barbara Grassi, la Bionda, contabile rossonera che gestiva le casse di Lucci.
Spostati migliaia di chili di droga, dall’hashish alla cocaina
L’indagine è coordinata dai pm di Milano, Rosario Ferracane e Leonardo Lesti, ed è condotta dalla Squadra Mobile di Milano.
Gli indagati sono accusati di aver spostato migliaia di chili di droga tra il giugno 2020 e il marzo 2021, in pieno Covid:
- 3 tonnellate di hashish
- 255 chili di marijuana
- 53 chili di cocaina
Le considerazioni del gip
Secondo quanto scritto nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Fabrizio Filice, e resa nota dall’Ansa, Luca Lucci sarebbe il “capo, promotore e finanziatore del sodalizio” insieme con uno dei presunti soci al momento ancora irreperibile.
In “costante contatto” con lui, il capo ultrà “dirigeva e organizzava” le “periodiche importazioni di marijuana e hashish dalla Spagna“.
In particolare, prima che gli stupefacenti arrivassero in Italia, Lucci si occupava di venderli agli “associati/clienti abituali residenti nel territorio nazionale”, stabilendo “il prezzo, le modalità di consegna e di ritiro del corrispettivo”.
Tutti i 22 indagati, compresi gli 8 ddestinatari di misure cautelari, avrebbero avuto “costante disponibilità” di ingenti somme di denaro “nell’ordine di decine e decine di milioni di euro“, oltre ad automobili, elicotteri, capannoni e altri mezzi di trasporto per l’importazione della droga.
Chi è Luca Lucci: la foto con Matteo Salvini e il legame con Fedez
Luca Lucci, 43 anni, è diventato capo ultrà del Milan nel 2009.
È stato condannato per aver sferrato un pugno al tifoso dell’Inter Virgilio Motta, che ha perso la vista da un occhio e che è morto suicida nel 2012.
Il 6 giugno 2018 era stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga, patteggiando un anno e mezzo.
Nel 2019 gli vengono sequestrati beni per un milione di euro.
Il suo nome è salito prepotentemente alla ribalta delle cronache dopo che il 16 dicembre 2018 è stato immortalato dai fotografi mentre chiacchierava con Matteo Salvini, allora vicepresidente del Consiglio, all’Arena Civica, in occasione della festa della Curva Sud, tra sorrisi e strette di mano. Lucci era da poco uscito di prigione.
Era in sorveglianza speciale (in tutto tre anni): alla fine del mese di dicembre 2021 è ritornato in carcere per droga: servendosi di un telefono con utenza olandese e utilizzando software criptati, il Toro – dietro il nickname Belva Italia – intratteneva rapporti con narcotrafficanti di Stati come Marocco e Brasile. Patteggia di nuovo, ma questa volta la pena è più alta nonostante il rito abbreviato: 6 anni e 4 mesi, poi trasformati in domiciliari.
La recente inchiesta sulle curve di Inter e Milan ha messo in luce il legame tra Lucci e Fedez, col rapper che – si legge in alcune intercettazioni – chiedeva un “suo intervento per avere la possibilità di somministrare” una bevanda sponsorizzata dal cantante “all’interno dello stadio Meazza”.
Nel dicembre 2023, poi, Fedez parlava sempre con Lucci anche “di una persona fidata” che “potesse occuparsi della sicurezza sua e della sua famiglia”.
Ci sarebbero stati incontri tra i due per “tessere preliminari accordi in ordine all’acquisizione, in società tra di loro, del locale denominato Old Fashion“, nota discoteca di Milano.
Tra gli episodi contestati agli ultrà milanisti, tra cui Lucci, anche la nota “aggressione ai danni di Cristiano Iovino“, personal trainer di varie celebrità, pestato a Milano nell’aprile 2024, e per cui – comunque – Fedez non risulta indagato.