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Covid, colori e indice Rt "non affidabili": allarme dell'esperta

L'esperta di statistica Giovanna Jona Lasinio si è espressa negativamente contro il sistema dei colori delle regioni basato sull'indice Rt

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Giovanna Jona Lasinio, docente di Statistica all’Università La Sapienza di Roma ha lanciato l’allarme sull’aumento dei contagi per via delle riaperture del 26 aprile, con il passaggio in zona gialla della maggior parte delle regioni italiane e con la ripartenza delle attività finora rimaste chiuse. “In questo momento i contagi non possono che aumentare con le riaperture. I comportamenti a rischio sono sempre più diffusi, sia per stanchezza che per mancanza di consapevolezza. Quelle che possono essere profondamente diverse sono le conseguenze”, ha spiegato all’Agi.

“Essendo esperta di numeri sono molto cauta con le previsioni. Soprattutto su quelle a lungo termine. C’è tanta incertezza, le previsioni dipendono da molti fattori, ma di certo non ci saranno 1.500 morti al giorno a luglio”, ha rassicurato.

Perché i colori delle regioni e l’indice di contagio Rt “non sono affidabili”

Tuttavia il sistema di monitoraggio basato sull’indice di contagio Rt con i colori diversi per le varie regioni andrebbe rivisto perché allo stato attuale “non è affidabile”. Quella adottata in Italia “è una delle mille possibili scelte per identificare dei livelli di restrizione e delle misure non farmaceutiche e in linea di principio è un sistema che può funzionare benissimo. Esistono però due ordini di problemi con questo tipo di restrizioni”.

Il primo riguarda “quanto seriamente vengono applicate”. Per essere efficaci, le limitazioni hanno bisogno “oltre che di un adeguato controllo” anche “una forte percezione del senso del bene comune“, assente nella popolazione.

“Il secondo” è invece “il modo in cui vengono identificati i colori”. È un punto “cruciale per evitare di osservare situazioni paradossali, che portano solo confusione nella gente comune, che non capendo il motivo delle restrizioni, poi fatica a rispettarle”, ha sottolineato Giovanna Jona Lasinio.

“Accanto a una rete seria di controlli, è fondamentale una campagna di informazione corretta. La percezione del rischio consapevole è l’unica via affinché i cittadini rispettino determinate cautele e restrizioni. In questo senso la comunicazione istituzionale è stata spesso ondivaga e approssimativa. Le continue rettifiche hanno creato un’enorme confusione, e questo implica comportamenti confusi da parte dei cittadini, riducendo di molto l’efficacia di qualsiasi sistema di restrizioni contro l’epidemia”, ha spiegato all’Agi l’esperta.

Covid, i dubbi sulle restrizioni e sui parametri utilizzati per le riaperture

Dubbi anche sull’efficacia anche dei parametri utilizzati. “Un indicatore smette di esser un buon indicatore quando diventa un obiettivo. L’esempio classico è l’incidenza”, ovvero il numero di casi su 100 mila abitanti. “Le Regioni che fornisco i dati sono allo stesso tempo la fonte dei dati e l’ente valutato sulla base dei dati forniti. Come faccio a rimanere sotto 250 di incidenza ed evitare così la zona rossa? Basta cercare di meno il virus. Meno tamponi, meno casi“.

Inoltre “la maggior parte delle decisioni è basata sull’indice Rt, che è una stima ottenuta a partire da un complesso sistema di assunzioni, per altro difficilmente verificabili“.

Covid, perché il sistema in Italia non funziona e come potrebbe migliorare

Gli “indicatori sanitari quali incidenza, occupazione di terapie intensive, carico del sistema sanitario, vanno benissimo”, ha spiegato ancora la professoressa Giovanna Jona Lasinio. “Per evitare che l’incidenza venga manipolata si possono usare i campioni di sorveglianza. Cioè dei campioni gestiti ad esempio dall’Istat in collaborazione con il ministero della Sanità direttamente, senza passare per le Regioni, in cui si cerca il coronavirus con un numero fissato di tamponi”.

“Poi una volta che si raggiungono valori bassi di incidenza” si potrebbe “implementare un sistema di tracciamento dei contatti dei positivi che sia davvero funzionante. Nel Lazio sono stati molto bravi fino a quando l’incidenza era bassa”, ha sottolineato l’esperta. Infine “andrebbe istituito un sistema di sorveglianza sulle varianti, in cui si faccia sequenziamento di un gran numero di tamponi positivi, sempre usando dei campioni di sorveglianza. Abbiamo tutte le competenze necessarie per farlo”.

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Nuovi colori delle regioni dal 30 agosto: torna la zona gialla Fonte foto: ANSA
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