Moratti, dare vaccini in base al Pil regionale: Speranza replica
Lombardia, Letizia Moratti scrive ad Arcuri e chiede che sulla distribuzione del vaccino pesi il Pil delle Regioni. La replica di Speranza
Il vice presidente e neo assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti avrebbe mandato una lettera al commissario Domenico Arcuri in cui avrebbe chiesto di tenere in considerazione, per la ripartizione dei vaccini anti-Covid, 4 parametri: il contributo che le regioni danno al Pil, la situazione mobilità, quella relativa alla densità abitativa e la considerazione delle zone più colpite dal virus.
A renderlo noto è l’Ansa che racconta quanto sarebbe filtrato, da fonti di maggioranza e opposizione, dalla riunione tenuta dalla Moratti con i capigruppo. “La vicepresidente Moratti sulla distribuzione dei vaccini ha chiesto una serie di integrazioni che mi sembrano estremamente coerenti e logiche e ascolteremo cosa ne pensa Arcuri”, ha dichiarato il presidente della Regione Attilio Fontana in conferenza stampa.
“Questo merita una discussione immediata in Consiglio: i criteri elencati al momento ci sembrano discutibili se non discriminatori”, il commento a caldo del capogruppo M5s al Pirellone, Massimo De Rosa.
“Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza, in risposta a ciò che è trapelato dalla giunta lombarda.
Il riferimento al Pil come uno dei parametri da valutare per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid suggeriti nella lettera al commissario Arcuri, i cui contenuti saranno oggetto di un confronto in conferenza Stato-Regioni, non è legato al concetto di “ricchezza“, ma alla richiesta di una “accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese”. Lo precisano dall’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia.
“Il concetto – proseguono dall’assessorato – non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche” ma “se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese”.