Mes, sì del Senato alla risoluzione di maggioranza
Via libera da Camera e Senato alla risoluzione di maggioranza in vista del Consiglio europeo
L’aula del Senato ha approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza sulla riforma del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) e sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Il documento ha avuto 156 voti favorevoli, 129 contrari e 4 astensioni. Il premier Conte si è detto “tranquillo” dopo le parole di Renzi al Senato.
In precedenza la risoluzione della maggioranza era stata approvata alla Camera con 314 voti a favore, 239 contrari e 9 gli astenuti. Ma l’attenzione era tutta puntata sul voto al Senato, dove la maggioranza ha un margine minore, dopo le fibrillazioni dei giorni scorsi all’interno della coalizione, in particolare in casa M5S e Italia Viva.
Nove senatori pentastellati non hanno partecipato al voto sulla risoluzione di maggioranza mentre due, Mattia Crucioli e Bianca Laura Granato, hanno votato contro. Dei nove assenti in 4 erano “giustificati” secondo quanto spiegato nel pomeriggio da fonti parlamentari M5S. A questi vanno aggiunti Nicola Morra, Laura Angrisani, Rosa Abate, Margherita Corrado, Fabrizio Trentacoste.
“L’approvazione da parte delle due Camere della posizione a sostegno del Mes è una buona notizia. Quella riforma è figlia anche degli sforzi e dell’impegno del governo Italiano per migliorare una opportunità di credito che il Pd continua a vedere utile per l’Italia. Ora per andare avanti è importante trovare soluzioni, soprattutto da parte del governo, ai tanti nodi aperti nella maggioranza”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Mes, l’intervento di Conte al Senato
“Vi anticipo, doverosamente ma con la massima cautela, che nelle ultimissime ore sembrerebbe che si intraveda uno spiraglio positivo nel negoziato” con Polonia e Ungheria sul Recovery fund. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Aula.
“Vi invito alla cautela” sull’ipotesi di superare il veto sul Recovery fund “perché fino alla fine aspettiamo di leggere la proposta di una dichiarazione interpretativa, condivisa dai due Paesi, per quanto riguarda la condizionalità dello stato di diritto: non possiamo assolutamente rinunciare a quanto già riconosciuto e affermato sul tema, sarebbe assolutamente compatibile con gli obiettivi e i principi già affermati”.
“È importante che ci sia la massima coesione delle forze di maggioranza, è importante parlarsi, il confronto dialettico e la varietà di posizioni, ma anche superare in una sintesi superiore in uno spirito costruttivo, questa varietà di opinioni: non dobbiamo mai disperdere le energie e sempre concentrarci sugli obiettivi che ci stanno a cuore e che giustificano la nostra presenza qui, la nostra azione”.
“La coesione delle forze di maggioranza – ha aggiunto Conte – ci consente anche di continuare a batterci in Europa. Vi assicuro: ci metterò la più ferma determinazione nel fornire il giusto contributo critico e il coraggio necessario a sostenere il programma di riforme in corso e il processo di rinnovamento delle istituzioni europee che si preannuncia nella conferenza sul futuro dell’Europa, nella quale dovremo misurare la nostra capacità di incidenza e la nostra capacità rinnovatrice e per questo lanceremo una sfida ambiziosa agli altri governi europei”.
Mes, il discorso di Matteo Renzi
Al Senato l’intervento del leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “I duecento miliardi sono una conquista ma anche una grande responsabilità: noi non scambieremo il nostro si alla proposta di governance con uno strapuntino. Non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia uno nostro. Il 22 luglio abbiamo chiesto una cosa: di fronte ai 200 miliardi da spendere o il parlamento fa un dibattito vero, oppure perdiamo la dignità delle istituzioni”.
“Non va bene che ci arrivi alle 2 un emendamento alla manovra una proposta con manager al posto dei ministri: colleghi del Pd, eravamo nello stesso partito quando uno di noi firmò un ricorso alla Corte contro chi non voleva farci discutere la manovra. Allora era Salvini, ora è lo stesso. E’ una discussione essenziale per le istituzioni”.
“La task force – ha detto ancora Renzi – non può sostituire il parlamento: dov’è il sindacato? Ma non è solo un problema di metodo, anche di merito. Come si fa a dare 9 miliardi alla Sanità”. “Io al governo misi 7 miliardi alla Sanità e si parlò di tagli, per me ce ne vogliono il doppio, il triplo”. “Dico una cifra: 36, quelli del Mes…”. “Siamo pronti a discutere ma non a usare la manovra come veicolo di quello che abbiamo letto sui giornali, compresi i servizi. Se c’è una norma che mette la governance con i servizi votiamo no”.
“La Lega e tutto il centrodestra sono pronti a discutere” con il governo se al centro del confronto c’è “l’idea del futuro dell’Italia che abbiamo”, ad esempio sui temi della disabilità, della sanità, del lavoro, del futuro dell’industria e delle infrastrutture, come l’ex Ilva di Taranto o il Ponte sullo Stretto. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini in Senato durante le dichiarazioni di voto dopo le comunicazioni del premier Conte.