Medici e infermieri denunciati dai Nas per liste di attesa truffa: favoriti conoscenti e pazienti privati
I Nas hanno denunciato 26 tra medici e infermieri: sono accusati anche di aver favorito conoscenti e pazienti privati nelle liste d'attesa
Ondata di denunce. I carabinieri dei Nuclei antisofisticazione e sanità (Nas), insieme al Ministero della Salute, hanno segnalato 26 tra medici e infermieri, dopo intensi controlli in tutta Italia tra luglio e agosto per verificare la gestione delle liste di attesa: nell’erogazione di prestazioni ambulatoriali, riconducibili a visite specialistiche ed esami diagnostici relativi al Servizio sanitario nazionale – quindi pubblico – avrebbero favorito conoscenti e pazienti privati.
- Le ispezioni dei Nas
- Denunciati 26 tra medici e infermieri: di cosa sono accusati
- I casi più rilevanti: le città coinvolte
- Il problema delle lunghe attese
Le ispezioni dei Nas
Le ispezioni sono state eseguite dai Nas in ospedali e ambulatori, ma anche in strutture private e Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, per verificare il rispetto dei criteri previsti dal Piano nazionale di Governo delle liste di attesa (Pngla), stilati per assicurare un corretto accesso alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario pubblico e uniformare un’equa e tempestiva erogazione dei servizi sanitari a favore dei cittadini.
In tutto sono state analizzate 3.884 liste e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali di 1.364 strutture.
Controlli da parte degli ispettori del Ministero della Salute e del Nas dei Carabinieri nell’ospedale San Giovanni Bosco a Napoli, in uno scatto d’archivio (2019)
Denunciati 26 tra medici e infermieri: di cosa sono accusati
I Nas hanno individuato condotte penalmente rilevanti denunciando 26 tra medici e infermieri.
Sono accusati di:
- falsità ideologica e materiale;
- truffa aggravata;
- peculato;
- interruzione di pubblico servizio.
I medici denunciati, nello specifico, sarebbero 9: avrebbero favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa, consentendo loro di essere sottoposti a prestazioni in data antecedente rispetto alla prenotazione.
I casi più rilevanti: le città coinvolte
Tra i casi più rilevanti i Nas hanno segnalato quelli nelle città di:
- Milano;
- Torino;
- Perugia: un medico radiologo avrebbe svolto attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia. Inoltre, due infermieri avrebbero effettuato esami ematici a favore di privati, attestando falsi ricoveri.
- Reggio Calabria: 3 medici di aziende sanitarie, accusati di peculato, avrebbero prestato fraudolentemente servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche.
Il problema delle lunghe attese
L’indagine ha poi evidenziato 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate. Di fatto, quasi una lista su tre.
Tra le cause più frequenti degli sforamenti delle tempistiche:
- carenze funzionali ed organizzative dei presidi ospedalieri e degli ambulatori;
- diffusa carenza di personale medico e tecnici specializzati;
- mancanza di adeguati stanziamenti e attrezzature.
In 195 situazioni sono state riscontrate la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione.
Per questo, i Nas di Palermo, Reggio Calabria, Latina e Udine hanno rilevato condotte dolose, denunciando 14 dirigenti e medici ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione a luglio e agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, al fine di consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento.