Lituania annulla il concerto di Pupo dopo l'esibizione al Cremlino, il cantante replica: "Sono un uomo libero"
Pupo protesta contro la cancellazione del suo concerto in Lituania decisa dopo lo spettacolo del cantante al Cremlino
Il concerto di Pupo in programma per il prossimo 26 aprile a Siauliai, in Lituania, è stato annullato dagli organizzatori. Il motivo? L’esibizione nei giorni scorsi del cantante toscano al Cremlino alla corte di Vladimir Putin. E l’artista protesta, parlando di pressioni ricevute da politici e giornalisti lituani.
- Lituania annulla il concerto di Pupo dopo l'esibizione a Mosca
- La protesta di Pupo
- Cosa ha detto Pupo
Lituania annulla il concerto di Pupo dopo l’esibizione a Mosca
L’annullamento del concerto di Pupo in Lituania in segno di protesta per lo spettacolo del cantante a Mosca nei giorni scorsi è stato annunciato nella giornata di oggi, mercoledì 20 marzo.
In un comunicato ripreso dall’Ansa, gli organizzatori lituani hanno definito la cancellazione dell’evento “una buona notizia per tutti coloro che non sono indifferenti all’aggressione russa all’Ucraina”, sottolineando la necessità di “chiudere le porte della Lituania a tutti gli artisti filo-russi“.
Nei giorni scorsi, prima di partire per la Russia di Putin, Pupo aveva detto che la sua presenza a Mosca voleva essere “un messaggio di pace“.
La protesta di Pupo
Pupo, all’anagrafe Enzo Ghinazzi, si è lamentato della cancellazione dell’evento in Lituania parlando ai microfoni dell’agenzia di stampa russa Tass.
Il cantante ha affermato di aver ricevuto tempo fa una telefonata dall’organizzatore del concerto in Lituania, che gli ha parlato di “pressioni molto forti da giornalisti e politici” per il suo spettacolo televisivo che ha registrato il 15 marzo al Cremlino.
L’organizzatore gli avrebbe fatto capire che se avesse cantato a Mosca non avrebbe potuto cantare in Lituania.
Cosa ha detto Pupo
“Con tutto il rispetto, posso prendere ordini dagli amici lituani? In vita mia non ho mai preso ordini da nessuno”, ha detto Pupo ai microfoni dell’agenzia statale russa Tass.
“C’è da dire una cosa, i signori lituani parlano di intolleranza, ma in questo caso mi pare che gli intolleranti siano loro“, ha aggiunto.
“Perché in Russia nessuno mi hai messo di fronte a una scelta” simile, “se i russi mi avessero detto la stessa cosa, non l’avrei accettata da uomo libero“.