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La confessione dei 16enni che hanno ucciso il clochard a Pomigliano: "Siamo stati noi, ma ci ha provocato lui"

I due 16enni fermati per l'omicidio di Frederick, il clochard ucciso a Pomigliano, confessano e raccontano un retroscena che dovrà essere verificato

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Emergono ulteriori dettagli sulla morte di Frederick Akwasi Adofo, il clochard ucciso a Pomigliano d’Arco nel Napoletano da due 16enni. Fermati e trasferiti nel carcere minorile di Nisida, i due non solo hanno confessato, ma hanno fornito anche un racconto particolare di quella sera.

Dal cinque alla violenza

Dalle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona che hanno incastrato i giovanissimi, si evince che la scarica di botte subite dal ghanese è stata preceduta da un gesto cordiale. I due ragazzi gli avrebbero infatti “dato il cinque” prima di colpirlo, quindi un atteggiamento amichevole che non lasciava presagire le violenze.

Ma è nei minuti successivi che si consuma la tragedia, con i giovani che hanno colpito duramente il 43enne lasciandolo agonizzante. Successivamente il clochard è stato trovato in un cortile condominiale e nonostante i soccorsi è morto una volta giunto in ospedale.

La presunta provocazione

Il racconto dei giovani, infatti, si concentra sul tentativo di Frederick di aggredirli. I 16enni, tramite i propri legali, hanno infatti sostenuto che il clochard avrebbe tentato di picchiarli e in risposta i due avrebbero reagito prima con le parole e poi con i fatti.

I 16enni, quindi, sostengono di essere stati provocati. Tesi che uno degli avvocati dei giovani ha sostenuto con forza, facendo sapere che il suo cliente ha ammesso le violenze, ma afferma di aver reagito a una provocazione. Parole che però dovranno trovare riscontro nei video che sono in possesso delle forze dell’ordine. Intanto i due sono accusati di omicidio volontario e aggravato.

La lettera anonima

Intanto in questi giorni a Pomigliano d’Arco regna il dolore per la morte di Frederick che in passato, secondo quanto viene riferito, era stato vittima di altre aggressioni.

A sostenerlo è un segnalatore anonimo, che tramite una lettera lasciata in una panchina del paese ha sostenuto che il ghanese era stato aggredito altre volte: “È successo già altre volte e nessuno di noi ha mai fatto qualcosa perché non arrivasse il peggio. Purtroppo il peggio è arrivato. Perdonaci se puoi”.

Un altro testimone, invece, ha riferito che il clochard era stato “preso di mira” da “alcuni giovani già diversi mesi fa”, con un lancio di pietre mentre dormiva. “A volte lo facevamo entrare nei nostri appartamenti per proteggerlo, per pulirlo” ha raccontato un residente, addolorato per la morte del 43enne avvenuta in maniera così dura e brutale tra domenica 18 e lunedì 19 giugno 2023.

clochard-pomigliano Fonte foto: ANSA
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