Eitan rapito e portato in Israele: la rivelazione della zia materna
Gali Peleg ha svelato di aver fatto in passato un patto con la sorella che "era anche la mia migliore amica"
Gali Peleg rompe il silenzio. La figlia di Schmuel Peleg, indagato per il rapimento del nipotino Eitan Biran, unico sopravvisuto alla tragedia del Mottarone, in cui ha perso i genitori e il fratellino, ha rilasciato delle dichiarazioni a La Stampa in cui rivela l’esistenza di un patto con la madre del piccolo.
Adesso “sono solo concentrata su Eitan” e “non bado a tutto quello che avviene attorno”, ha detto la 29enne israeliana ai cronisti. Si tratta delle prime dichiarazioni dall’11 settembre, quando il bambino di 6 anni è stato portato dalla provincia di Pavia, dove viveva con i suoi tutori legali, gli zii paterni, a Tel Aviv dal nonno materno.
“Vorrei credere che riusciremo a raggiungere un qualche accordo, un’intesa. Noi siamo pronti a mettere tutto da parte. Vogliamo mostrare alla famiglia Biran che per Eitan è meglio stare qui, come volevano i suoi genitori, che gli hanno sempre detto che a breve sarebbero tornati in Israele“, ha continuato Gali Peleg.
“Voglio onorare le volontà di mia sorella”, ha spiegato ancora la 29enne israeliana. Con lei “avevamo un patto” per il benessere del piccolo, su cui sarebbe in atto un “lavaggio del cervello“, secondo la famiglia paterna. Gali Peleg ha poi rivelato i suoi piani per il futuro.
“Voglio adottarlo e crescerlo come se fosse mio figlio. Mia sorella era anche la mia migliore amica. Eitan è la cosa che più mi importa, l’unica che interessa a me e alla mia famiglia”. Per lui “farò tutto. Tutti noi faremo tutto”.
Eitan rapito e portato in Israele: le parole della nonna materna
In giornata ha parlato anche la nonna materna di Eitan, Esther Peleg, che in un’intervista alla televisione israeliana N12 , ha detto di essere pronta ad “adottare tutti i mezzi necessari perché i bimbo resti in Israele”, possa ”frequentare una scuola israeliana”, crescere ”in un ambiente israeliano e con una famiglia calorosa e amorevole che conosce dalla nascita”. Lo riporta Adnkronos.
E sulle accuse di aver fatto il “lavaggio del cervello” al nipote la nonna risponde: ”Questa è una sciocchezza. Dal momento in cui è tornato qui è insolitamente felice. Questo è il suo mondo da 6 anni. Altrimenti perché i suoi genitori venivano tanto qui?”, ha aggiunto, descrivendo la sua come una ”famiglia calorosa e amorevole, rispetto alla famiglia in Italia che lo incontrava al massimo una volta alla settimana. C’erano anche mesi interi in cui le famiglie non si incontravano”.