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Delitto di Avellino, risolto il mistero su Giovanni Limata

Spuntano nuovi dettagli sugli spostamenti di Giovanni Limata e su chi lo ha accompagnato a casa subito dopo il delitto compiuto ad Avellino

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Continuano le indagini sull’inquietante omicidio di Avellino, in cui ha perso la vita il 53enne Aldo Gioia. Una strage compiuta solo in parte e pianificata dalla 18enne Elena Gioia e dal fidanzato Giovanni Limata. La famiglia di lei non approvava la loro relazione, e per questo i due innamorati avevano deciso di uccidere il padre, la madre e la sorella. Quest’ultime si sarebbero salvate perché allertate dalle urla del capofamiglia, massacrato da 14 coltellate, inferte dal genero.

Delitto di Avellino, risolto il nodo sugli spostamenti di Limata

Tanti gli interrogativi e i punti oscuri della vicenda. Alcuni hanno trovato risposta, come quello che riguardava lo spostamento di Giovanni Limata, tornato a casa a Cervinara in piena notte dopo aver ucciso Aldo Gioia. Il giovane non ha la patente né una macchina propria. La Polizia ha rintracciato due donne che lo avrebbero accompagnato dopo il delitto.

Secondo quanto riporta Repubblica, si tratterebbe di un’amica a cui lui aveva chiesto un passaggio perché “non so come tornare a casa”. La ragazza, anche lei senza patente, aveva chiesto alla madre di andare con lei a prenderlo in corso Vittorio Emanuele, dove si è consumata la tragedia. Le due si sarebbero insospettite vedendo lo stato di forte agitazione di Limata, che avrebbe così confessato l’omicidio. Sarebbero state le donne ad accompagnarlo a casa dei genitori, dove è stato poi arrestato dalla Polizia.

Delitto di Avellino, i messaggi choc scambiati da i due fidanzati

Nel mentre sono stati resi noti alcuni passaggi delle chat scambiate tra i due fidanzati, da cui emerge il carattere dominante di lei e un passato di aggressioni e minacce di lui, anche ai danni dello stesso Aldo Gioia. Gli inquirenti stanno passando al vaglio 120 pagine di messaggi, da cui poitrebbero emergere nuovi dettagli sull’inquietante caso che ha scioccato Avellino e Cervinara.

“Odio tutta la mia famiglia”, avrebbe scritto lei, secondo quanto pubblicato da Repubblica. “Quando li uccidiamo?“, avrebbe risposto lui. E poi i dubbi su Emilia, la sorella, che “non può rimanere”. La sera del delitto i due avrebbero continuato a comunicare in chat, organizzandosi per preparare gli zaini per la fuga e progettando l’ingresso in casa di Limata, con la porta aperta e il cane di famiglia messo nelle condizioni di non agire.

Dopo l’omicidio Elena sarebbe rimasta vicino al padre, che ai soccoritori, agonizzante, non sarebbe riuscito a fare i nomi dei due fidanzati. Interrogati dal gip i due non hanno risposto alle domande, e la ricostruzione della vicenda è avvenuta solo grazie all’analisi dei telefonini e alle poche frasi uscite dalle labbra di Giovanni Limata davanti agli investigatori, che aveva da subito parlato della fidanzata come della mente dietro il delitto.

Delitto di Avellino, l’appello della sorella di Giovanni Limata

La sorella del giovane, Anna, ha scritto una lettera aperta, pubblicata su Il Caudino. “La nostra famiglia è distrutta, scioccata, incapace tutt’ora di accettare che ciò che stiamo affrontando sia la realtà”, ha spiegato, facendo riferimento alle minacce e agli insulti arrivati via social e spiegando di aver ricevuto, come il fratello, una sana e solida educazione da parte dei genitori, che “non hanno fallito” e “non hanno colpa delle sue decisioni”.

“Ciò che Giovanni ed Elena hanno fatto non ha perdono. Non hanno distrutto solo la loro vita, ma anche la nostra, annullando tutto ciò in cui crediamo e che abbiamo costruito”, ha sottolineato.

“Nonostante tutto, come si fa a estraniarsi così tanto e scegliere di odiare un fratello o un figlio in questo momento, e lasciarlo solo? Per chi non sta affrontando quest’orrore, è fin troppo semplice parlare e giudicare, ma la verità è una sola. Ci sono due famiglie distrutte e in prima linea a pagare le spese delle loro azioni”, ha continuato la sorella di Giovanni Limata.

“Tutto ciò che ci è rimasto è il coraggio di vivere in questa difficoltà, quindi vi chiediamo di lasciarci in pace, di smetterla di scrivere sui nostri social e di dimostrare un minimo di rispetto ed empatia per le nostre famiglie, che non hanno colpe se non quella di amarli”, ha concluso.

delitto avellina giovanni limata elena gioia Fonte foto: IPA
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