Ucciso ad Avellino dalla figlia e dal fidanzato: il retroscena
Il giovane ha confessato come sarebbe nato il piano per uccidere il padre della fidanzata 18enne
Spuntano nuovi retroscena nel caso di Aldo Gioia, 53 anni, operaio Fca di Cervinara (Avellino) ucciso dalla figlia Elena, 23 anni, e dal fidanzato di lei Giovanni Limata, 23 anni. Nella giornata del 26 aprile il pm Vincenzo Russo conferirà l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo dell’uomo, colpito più volte con un grosso coltello da cacciatore nella tarda serata del 23 aprile. In casa si trovavano la moglie e l’altra figlia dell’uomo, accorse a chiamare i soccorsi dopo essersi svegliate per i lamenti della vittima, ma non c’è stato nulla da fare.
Ucciso ad Avellino dalla figlia e dal fidanzato: lui accusa lei
L’interrogatorio di garanzia dei due fidanzati è previsto in carcere nella mattinata di lunedì 26 aprile, ma secondo quanto riporta Il Messaggero, il 23enne avrebbe già reso una confessione completa. Avrebbe dichiarato che il piano per sterminare l’intera famiglia sarebbe stato messo a punto dalla giovane fidanzata.
Ucciso ad Avellino dalla figlia e dal fidanzato: parla la moglie
Secondo quanto raccontato dalla vedova di Aldo Gioia, Liana, al Corriere della Sera, le motivazioni dell’omicidio sarebbero da cercare nei continui litigi con la figlia Elena. I genitori non approvavano la relazione con Limata, e lei aveva più volte dichiarato che sarebbe rimasta insieme a lui “a qualunque costo” e minacciato la famiglia.
All’arrivo della Squadra Mobile la 18enne avrebbe raccontato di aver visto un rapinatore entrare in casa e uccidere il padre, per poi fare alcune ammissioni su quanto avvenuto. “Devo trovarle subito un legale”, ha riferito la madre al Corriere della Sera. “Devo fare in modo che possa difendersi“. Nonostante volesse “farci uccidere tutti, io non la lascio sola“.