Coronavirus, ricoveri in aumento: l'allarme del primario
Il primario di pneumologia racconta con preoccupazione la sua esperienza dentro i reparti Covid-19
Il primario di pneumologia dell’ospedale Borgo Trento di Verona, Claudio Micheletto, dà a Repubblica una prospettiva da dentro i reparti dove vengono ricoverati i malati di Covid-19, una visione poco rassicurante: “L’onda di pazienti è montata a partire da venerdì scorso. In tre giorni ci siamo trovati con 22 pazienti ricoverati in pneumologia e hanno tutti la polmonite”.
Coronavirus, ricoveri in aumento: il racconto dello pneumologo
Dalla città veneta più colpita dall’epidemia di coronavirus lo pneumologo racconta la sua esperienza quotidiana in ospedale, mantenendo alta l’attenzione: “I numeri non sono quelli di marzo, su questo siamo tutti d’accordo. Ma anche allora abbiamo cominciato con un paziente, due, tre, cinque, e in poco tempo siamo arrivati a più di 180 ricoverati e altri 50 in rianimazione. È il trend che preoccupa, perché non sono persone che domani vanno a casa. Al ritmo di sei o sette ricoveri al giorno arriviamo presto a saturazione.”
Dal conteggio dei posti letti occupati si profila una situazione sulla quale non si può abbassare la guardia: “All’inizio ci siamo trovati di fronte all’ignoto: siamo stati chiamati d’urgenza una domenica e abbiamo visto i pazienti Covid per la prima volta, poi siamo piombati in un’emergenza che è durata tre mesi. Ma adesso è tutto più difficile perché sappiamo esattamente cosa ci aspetta” è la testimonianza del primario.”
Coronavirus, ricoveri in aumento: la situazione nei reparti Covid
“Stiamo sei otto ore vestiti, non possiamo fare niente, con pazienti molto impegnativi, il più semplice dei quali è sotto ossigeno – spiega ancora Micheletto. Malati che non comunicano con l’esterno o lo fanno con grande difficoltà. Questa è anche la malattia della solitudine. Vediamo cose che non avremmo mai più voluto rivedere.”
La situazione descritta dallo pneuomologo del Borgo Trento di Verona è di pazienti ricoverati in condizioni di salute gravi come nelle prime fasi dell’epidemia: “Stanno male. Hanno una polmonite interstiziale che è la stessa che vedevamo a marzo e aprile. Si è discusso tanto sul fatto se ricoverati, casi gravi o decessi fossero “per Covid o con Covid”, ma di che stiamo parlando? Io sto parlando di polmoniti virali, in pazienti con un’età forse un po’ più bassa rispetto alla prima ondata, anche se comunque non abbiamo giovani.”
“Il morale non è dei migliori – ha continuato il primario. So che è così anche per gli altri medici e per tutti gli infermieri, siamo di fronte a una prova difficile. Perché ce l’aspettavamo, ma non così presto. Mi viene da pensare che è solo ottobre e abbiamo ancora tutto l’inverno davanti, arriveranno il freddo e la stagione influenzale ed è difficile che il trend cali nei mesi invernali.
Micheletto rivolge infine un appello a tutti per contrastare il prima possibile questa seconda ondata: “Basta polemiche, ognuno faccia la sua parte. In questo momento bisogna rinunciare al rinunciabile per consentire di mandare i figli a scuola, di non paralizzare gli ospedali, di far proseguire l’attività economica. Non farei polemiche perché non posso invitare sette persone a cena. Rinunciamo a tutto ciò che possiamo.”