Covid Regioni, province possono cambiare colore: parla Conte
Il premier Giuseppe Conte, intervenuto all’assemblea dell’Anci, ha fatto il punto sulla situazione coronavirus in Italia
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenuto all’assemblea dell’Anci, come riferisce l’Ansa, si è espresso su diversi temi riguardanti la situazione emergenziale dettata dal coronavirus. Su come saranno gestite le feste natalizie afferma che al momento non si possono fare previsioni “ma di certo” una socialità fuori controllo “significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva, in termini di decessi, stress sulle terapie intensive”.
“Dobbiamo già predisporci – prosegue Conte – a passare le festività in modo più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non è possibile. Al di là delle valutazioni scientifiche occorre buonsenso. Dobbiamo prepararci a un Natale più sobrio, anche se pensiamo ci si possa scambiare doni e permettere all’economia” di non fermarsi.
Circa il dibattito in corso sulle zone ‘colorate’ spiega: “Il meccanismo che adottiamo è già tarato anche su base provinciale, è possibile differenziare le aree più critiche in una medesima regione, così da adottare misure più rigide nelle province più a rischio” ma pure strette meno pesanti nelle province “meno a rischio, che non meritano penalizzazioni”. “Si può fare. C’è un meccanismo nel dpcm che consente sulla base di dati oggettivi, su richiesta del presidente della Regione, di farlo”, ha aggiunto il premier.
Spazio poi al Recovery Fund. “Oggi – dichiara il premier – è stata pubblicata con grande evidenza su un quotidiano una fake news: l’Italia in ritardo sul piano di resilienza. Abbiamo verificato e quella notizia non viene neppure da Bruxelles, è stata inventata di sana pianta. Le nostre linee guida sono state convalidate e condivise anche da un passaggio parlamentare. Lavoriamo già con la commissione, settimanalmente, per la definizione dei progetti. Ieri sera sino alle 11 abbiamo avuto una riunione interna per definire la struttura normativa che consenta di garantire che il piano abbia rapida attuazione”.
Circa i 21 parametri per la valutazione del rischio su cui devono basarsi le regioni, Conte spiega che ora i governatori vorrebbero ridurli ad appena 5: “Io non dico se 21 indicatori sono giusti ma parlare di 5 o 3 è un dibattito scientifico, non può dirlo un’autorità politica. Dovremmo fidarci degli scienziati“.
Il premier garantisce che tutti saranno ascoltati: “Abbiamo concordato con il ministro Speranza, che Brusaferro (il presidente dell’Iss, ndr) e gli esperti li spieghino bene ai presidenti di Regione: nelle prossime ore dovrebbe esserci un incontro a livello di conferenza delle regioni. Ci sarà un contraddittorio, vedremo se le richieste delle Regioni hanno una plausibilità scientifica, se si può migliorare il sistema di monitoraggio, però passare da 21 a 5 a 3 indicatori, o dire io ne voglio 10, io ne voglio 8, capite che non ha molto senso“.
“Ricordiamo sempre – ha aggiunto – che all’interno della cabina di regia ci sono tre rappresentanti delle regioni che hanno contribuito a elaborare questi parametri e ogni volta partecipano alla comunicazione dell’esito del monitoraggio”.