Covid, milioni di italiani lo avrebbero già avuto: lo studio
Covid, uno studio presume che ci siano parecchi più contagi di quelli rilevati dalle stime ufficiali: si parla di più di 5 milioni di casi
Potrebbero essere più di 5 milioni – cioè quasi il 10% della popolazione – gli italiani che avrebbero già contratto il coronavirus; vale a dire molti di più rispetto alle stime ufficiali che circolano quotidianamente sui media. Questo è ciò che sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, condotto da Giuseppe Arbia del Dipartimento di Scienze Statistiche della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Roma, in collaborazione con Francesca Bassi dell’Università di Padova e di Piero Demetrio Falorsi dell’ISTAT.
Se i contagiati fossero realmente così tanti, significherebbe che la letalità del Covid sarebbe assai più bassa di quella al momento stimata. Altrimenti detto, sarebbe da rivedere il rapporto tra i decessi e il numero di persone contagiate.
A far emergere un simile quadro sarebbe l’organizzazione dell’utilizzo dei tamponi, che attualmente vengono effettuati soprattutto sui sintomatici o su coloro che hanno avuto contatti stretti con un caso positivo. Pochi invece i tamponi di screening sugli asintomatici. Quindi una quota consistente di positivi rimarrebbe ‘sommersa’, fuori dalle statistiche.
“Nel nostro lavoro – spiega Arbia – abbiamo tentato di ovviare a questa distorsione dei dati proponendo un modello statistico diverso, che di fatto tenga conto della struttura per sesso ed età della popolazione italiana“.
“In altre parole – prosegue lo studioso -, ad esempio, dato che gli individui più giovani rientrano raramente nei dati ufficiali in quanto più spesso sono asintomatici e quindi semplicemente non sono scoperti nel nostro modello vengono pesati maggiormente”.
Secondo lo studio in questione, dall’inizio della pandemia sarebbero state contagiate circa 5.263.000 persone. “Il dato che emerge dalla nostra ricerca – prosegue Arbia – è peraltro in linea con le stime dell’Imperial College di Londra e con quelle diffuse da Mike Ryan dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), le quali convergono nell’affermare che i contagiati sarebbero, appunto, il 10% circa della popolazione mondiale”.
Se si tenesse conto dei numeri dello studio, la letalità del virus sarebbe pari allo 0,6%. L’esperto sottolinea quindi che la spagnola del 1918 ha avuto una letalità del 4%, e che quella dell’influenza stagionale si aggira annualmente intorno allo 0,1%. La letalità del Covid-19, dunque, sarebbe sei volte superiore a quella di una ‘normale’ influenza stagionale.
Infine, il report suggerisce che l’età media degli infetti è di 46 anni, contro la stima di 41 anni secondo i dati diffusi dal ministero della Salute.