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Covid, Antonelli (Cts): "Ammorbidire le misure? Non c'è margine"

Massimo Antonelli, membro del Cts, spiega perché al momento servono nuove misure anti Covid

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il coronavirus non dà tregua all’Italia; anzi, con il diffondersi delle varianti, morde ancora di più, spingendo l’esecutivo targato Mario Draghi a ricorrere a nuove strette. Così Massimo Antonelli, componente del Comitato tecnico-scientifico (Cts) e rianimatore del Policlinico Gemelli, spiega al Corriere della Sera che “non è tempo di ritorno alla normalità”. Il medico sta vivendo in prima persona l’aggravarsi della situazione ospedaliera. Al Gemelli attualmente ci sono 74 ricoverati in terapia intensiva, 50 sono affetti da Covid-19. E fra loro figurano anche giovani con meno di 30 anni che fortunatamente riescono nella stragrande maggioranza dei casi a superare con rapidità la fase critica.

Antonelli aggiunge che “l’età media (delle terapie intensive, ndr) è di 60 anni, rispetto ai 65-70 dello scorso anno. Il Sars-CoV-2 colpisce tutta la popolazione. Bisogna capire quanti casi sono dovuti alle tre varianti inglese, brasiliana e sudafricana”.

I dati del monitoraggio settimanale indicano che si è entrati in una nuova fase di espansione della pandemia. “In alcune regioni il tasso di occupazione dei letti ha superato il 30%, considerata la soglia limite, quello nazionale si mantiene sul 24% – sottolinea Antonelli -. La cattiva notizia è che in alcune aree meno attrezzate sono cominciati i trasferimenti di malati da ospedali che hanno esaurito la capienza e li smistano in altre regioni”.

Una situazione che, ribadisce l’esperto, “non presenta margini sui quali ipotizzare l’ammorbidimento delle misure: anzi è raccomandata l’introduzione di regole più stringenti in modo chirurgico, vale a dire nelle zone soggette all’impennata di contagi”.

Alla luce di ciò Antonelli afferma che gli spostamenti di qualsiasi genere “dovrebbero essere ridotti al minimo all’interno dell’Italia, per non parlare dei viaggi all’estero, da evitare”.

Nel frattempo si continuano a contare centinaia di morti ogni giorno. Perché? “Non c’è una risposta definitiva. Gli italiani sono la seconda popolazione più anziana del mondo, dopo il Giappone, e molti di loro convivono con patologie croniche. Sono fragili. La mortalità in questa fase non differisce comunque da quella di altri Paesi”.

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