Nuovi colori delle regioni: 3 passano in arancione, 2 in rosso
Covid, Rt stabile allo 0.99 ma in dieci Regioni la soglia è oltre l'1: decisi i nuovi colori delle Regioni
Da lunedì 1 marzo la Lombardia, il Piemonte e le Marche passano in zona arancione, il Molise e la Basilicata vanno in zona rossa. La Campania resta in arancione, la Liguria invece passa dall’arancione al giallo. Sono questi, riporta il Corriere della Sera, i nuovi colori delle regioni stabiliti in base agli ultimi dati relativi all’epidemia di coronavirus. Il ministro della Salute Roberto Speranza sta ultimando le ordinanze per i cambi di colore che entreranno in vigore da lunedì.
“Mi ha appena chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per comunicare che da lunedì prossimo, 1 marzo, la Lombardia sarà in fascia arancione”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.
“Mi ha appena comunicato il ministro Speranza che da lunedì la nostra regione sarà in zona arancione. Mi dispiace moltissimo per le restrizioni che condizioneranno la nostra quotidianità e tutte le attività, ma mi preme raccomandarvi la massima attenzione”. Così su Facebook il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
“Ho richiesto di rendere tutta la regione Molise zona rossa da lunedì 1 marzo. Il Governo ha accolto la mia istanza. È un momento delicato per il nostro territorio e chiedo al Governo, che gestisce la Sanità in Molise attraverso un Commissario nominato da Roma, di cambiare strategia e attivare tutte le misure necessarie”, ha detto su Fb il presidente della Regione Molise Donato Toma.
In zona rossa anche la Basilicata: lo ha confermato il presidente della Regione Vito Bardi, specificando che lo “ha stabilito il Ministero della Salute a fronte dell’aumento dell’indice di contagiosità Rt, passato in una settimana da 1,03 a 1,51”.
Passa invece in giallo la Liguria, esclusi Ventimiglia, Sanremo e comuni limitrofi, come ha confermato il presidente della Regione Giovanni Toti: “Poco fa ho sentito il ministro della Salute Roberto Speranza e come ci confermano i dati per la seconda settimana consecutiva la Liguria ha registrato parametri di rischio bassi e un indice Rt sotto uno”.
Monitoraggio Iss: l’Rt medio a 0,99
L’Rt medio in Italia si mantiene stabile a 0,99. Tuttavia in 10 Regioni l’indice di contagio ha già oltrepassato quota 1. Lo riferisce l’Istituto Superiore di Sanità. I dati hanno spinto la Cabina di Regia tra Ministero della Salute e Iss a inserire nel report settimanale il suggerimento di una “necessità di ulteriori urgenti misure di mitigazione”. Misure che devono interessare sia il territorio nazionale sia, a carattere di contenimento, quelle “aree a maggiore diffusione”. L’obbiettivo resta quello di scongiurare un sovraccarico dei servizi sanitari.
Il report evidenzia che la stretta su nuove misure va effettuata “alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano”. Nel monitoraggio viene inoltre rimarcato che l’età mediana dei casi diagnosticati di coronavirus è diminuita a 44 anni.
“È fondamentale — sottolinea l’Iss — che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.
Rezza: “Chiusure delle scuole da considerare”
“Nelle regioni molti focolai sono dovuti alle nuove varianti, non posso che esprimere preoccupazione per l’andamento dell’epidemia”. Così Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, nella conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio. “Dobbiamo tenere alta la guardia e dove c’è bisogno è necessario intervenire tempestivamente e duramente”.
“In Italia – ha detto – ci sono zone e regioni con incidenza molto elevata, come in Trentino, Molise e Abruzzo, per la presenza della variante inglese. Anche in Umbria, per la presenza delle varianti inglese e brasiliana. Dobbiamo fare un grosso sforzo per contenere i focolai”.
“Il tasso di incidenza sta crescendo in età scolastica. Abbiamo una diminuzione dell’età media dei casi: ciò può essere un primo effetto delle vaccinazioni sugli anziani e soggetti nelle Rsa. Però – ha aggiunto – cominciamo a vedere anche focolai nelle scuole e ciò potrebbe essere conseguenza delle varianti che infettano di più i bambini ma senza forme gravi”.
“Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici”, ha spiegato Rezza.