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Covid, "terza ondata simile alla prima": l'analisi di Bassetti

L'infettivologo del San Martino di Genova fa il punto sull'epidemia ed elenca delle proposte sulla campagna vaccinale

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

La terza ondata dell’epidemia da Covid-19 in Italia “ha caratteristiche epidemiologiche molto più simili alla prima, ovvero a quella di febbraio 2020 (non come numeri, ma come andamento) che non alla seconda di ottobre-novembre 2020″. Lo sostiene attraverso un post sulla sua pagina Facebook, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria.

Analizzando il quadro attuale della curva dei contagi, l’infettivologo rimarca l’importanza di interventi mirati sul territorio, creando aree con maggiori restrizioni: “Ci sono infatti zone, città e province con focolai sparsi, dove i contagi crescono e devono essere contenuti molto rapidamente attraverso l’istituzione di zone rosse o rosso scuro/bordeaux”.

“Non si osserva una situazione omogenea in tutta Italia con un aumento sincrono e unico dei contagi in tutte le regioni come è avvenuto a novembre – prosegue sulla sua pagine – Questo sottolinea l’importanza delle misure a livello locale e non quelle nazionali“.

“Dare quindi dati nazionali – avverte Bassetti – può non avere un significato su come sta andando realmente le pandemia in Italia. Meglio analizzare i dati delle varie regioni e delle varie province come numero di contagi, indice Rt e grado di pressione su ospedali e territori”.

Per Bassetti, inoltre, sarebbe essenziale potenziare le attività di sequenziamento genico per tracciare i nuovi ceppi di coronavirus che circolano nel territorio: “Le varianti dobbiamo cercarle di più. In Italia si sequenziano solo 1,4 campioni ogni mille casi di Covid, quasi 40 volte in meno che in Inghilterra”.

“In ogni caso – dice ancora l’esperto – con la variante inglese che abbiamo in discreta quantità anche a Genova non abbiamo osservato variazioni cliniche e sintomatologiche significative rispetto a chi si infetta con un virus non mutato”.

L’infettivologo conclude il pensiero sulla sua pagina Facebook elencando una serie di proposte per punti sul tema vaccini: “Guardare e imparare da come hanno fatto altri paesi meglio organizzati di noi (Israele, UK, USA, ecc) acquisti diretti extra-EU;  Una sola dose a chi ha già fatto il COVID utilizzando così la seconda dose per altri non vaccinati; Vaccino Astrazeneca a tutte le fasce di età e a tutti i soggetti ( dati scozzesi sono straordinari in tutte le classi di età e di rischio); Inabilità al lavoro in ospedale, specie nei reparti COVID per chi non si vuole vaccinare; Prima dose Astrazeneca a più persone possibili con modalità di massa senza differenziare priorità di rischio”.

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