Covid, Palù sulla variante inglese: "Sostituirà il virus"
Il presidente dell'Aifa rivela come la variante inglese finirà per diffondersi in tutta Italia e affermarsi sul coronavirus
Giorgio Palù, il virologo presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, fa il punto sull’epidemia da Covid-19 in Italia in un’intervista al Corriere, sostiene che non avrebbe senso parlare di terza ondata perché ” il virus non ha mai smesso di circolare” e rivela come la variante inglese del coronavirus sia destinata ad avere la meglio sul ceppo originario. Tendenza confermata d’altronde dai dati portati dagli esperti dell’Iss al presidente Mario Draghi, secondo i quali la mutazione è già prevalente per il 30% in Italia.
“Non abbiamo più bisogno di avvertimenti. Sappiamo già che questo lignaggio virale denominato B.1.1.7 sta prevalendo in gran parte d’Italia oltre che d’Europa. La situazione è comune a molte nostre città dove la variante sta prendendo il sopravvento. Quindi finirà per affermarsi” sostiene il virologo, commentando il lockdown della provincia di Brescia e in altri comuni della Lombardia.
Palù però specifica che se da una parte è stata accertata la maggiore contagiosità della variante inglese, del 50% superiore alla versione iniziale, non ci sono evidenze scientifiche sulla sua maggiore pericolosità: “Ecco la buona notizia – rivela – non è affatto certo che sia responsabile di forme di malattia più gravi. I colleghi che sono nei reparti al momento non segnalano l’aggravamento del quadro clinico nei pazienti. Un’indagine del Nervtag (l’organismo Britannico sui virus respiratori) che ha misurato la carica virale in soggetti Sars-CoV-2 positivi non ha evidenziato differenze significative fra i casi dovuti alla variante e gli altri”.
Il presidente dell’Aifa inoltre dà delle rassicurazioni sull’efficacia dei vaccini contro le mutazioni del coronavirus: “Ne abbiamo la certezza per la variante inglese. Contro quella brasiliana e sudafricana la protezione sembra possa ridursi ma permane l’efficacia nei confronti delle manifestazioni più severe”.
Giorgio Palù suggerisce infine quelle che a suo modo sarebbero le misure più efficaci per contrastare la diffusione del virus: “Primo, alzare il livello di sorveglianza. Sono stati messi a punto test diagnostici molecolari capaci di individuare le 3 varianti che finora si sono rivelate minacciose, l’inglese, la brasiliana e la sudafricana. Una volta accertato che l’infezione dipende da una di queste tre occorre sequenziare il genoma virale, attività che in Italia finora non è stata molto sostenuta. Sta nascendo anche da noi un consorzio di centri di ricerca dedicato”.
“Vanno aumentate le misure di contenimento, il che non significa lockdown generalizzato ma attenersi a restrizioni che limitino gli assembramenti, gli spostamenti, i trasporti, le attività pubbliche compresa la scuola laddove la variante si sta diffondendo” conclude Palù.