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Terza ondata e varianti Covid, la situazione in Italia

Le varianti del Covid si sono diffuse anche in Italia: la terza ondata è dietro l'angolo? La situazione per ogni regione

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

I dati non lasciavano molti dubbi e alla fine l’ordinanza del governatore della Lombardia Attilio Fontana è arrivata. È una zona arancione “rafforzata” quella che sarà predisposta nelle prossime ore dal numero uno della giunta. Il provvedimento si applica a Brescia, il nuovo epicentro del contagio in Italia, e a sette comuni della bergamasca, più uno della provincia di Cremona. Si tratta di Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Caleppio, Credaro, Gandosso e Soncino (Cr). In quest’area stop alle attività scolastiche in presenza, non soltanto per superiori e medie ma anche per elementari, scuole dell’infanzia e asili nido. Lo ha spiegato la vice-presidente e assessora al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti. Sarà vietato anche recarsi alle seconde case, fermo restando tutti i divieti da zona arancione, ai quali già sono costretti ad attenersi i cittadini di Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento e Umbria.

A Brescia più morti che a Bergamo

Una foto vale più di cento parole, ma i numeri hanno una loro incontestabile oggettività. La colonna di autocarri, arrivati in città per portar via le bare dei morti uccisi dal Covid, ha generato uno dei momenti più sconvolgenti della prima ondata. Ne sarà rimasto colpito soprattutto chi, quei mezzi, ce li aveva a qualche centinaio di metri da casa, in quanto residente a Bergamo. E però a Brescia le vittime del Coronavirus sono 3503, più di cento rispetto alle 3395 del bergamasco, mentre andamento e proiezione del numero totale di infetti, elaborate in collaborazione tra Agenas e Dipartimento di fisica dell’Università degli studi di Trento, prevedono un aumento del 16% degli infetti nei prossimi sette giorni. Ma già adesso siamo su cifre da zona rossa, sottolinea il Corriere della Sera, essendo 300 i casi registrati ogni 100mila abitanti del luogo-simbolo del contagio a febbraio 2021.

A Chiari, si legge tra le pagine del CorSera, Mauro Borrelli, direttore generale dell’Asst Franciacorta, una rete di strutture sanitarie che fa riferimento al territorio dell’ex Asl di Brescia, ha chiuso Pediatria e ha accorpato Cardiologia e Neurologia in un solo reparto. Una manovra indispensabile per far spazio ai malati di Covid, “passati da 50 a 95 in una settimana”, dichiara allarmato il dg. Si profila quella che per Guido Bertolaso, parlando al Consiglio Regionale della Lombardia, ha chiamato la terza ondata di Brescia. “La provincia ha un’incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto della Lombardia”, ha detto il commissario regionale per l’emergenza Covid, ed è stato quindi necessario elevare “il livello di attenzione delle rianimazioni da tre a quattro”.

In particolare, Moratti ha parlato di “un’accelerazione del contagio da Covid-19, con l’aggravante del pericolo delle varianti” nelle province di Brescia e Bergamo, con “una percentuale” di positivi alla variante inglese “che arriva fino al 39% dei nuovi contagiati”. Dati ancor più preoccupanti quelli di Claudio Sileo, direttore dell’Ats di Brescia, l’agenzia che si occupa di salute territoriale per conto della Regione. L’amministratore ha confermato alla stampa che i casi di variante inglese rappresentano “più del 60% di tutti i positivi”. Ed è quindi proprio quello dei nuovi ceppi il tema che le curve in salita mettono sul tavolo delle amministrazioni locali e nazionali, proprio mentre si tenta uno sprint nella campagna vaccinale.

La variante inglese dura e contagia di più: perché preoccuparsi

Il ceppo B.1.1.7, individuato per la prima volta in Gran Bretagna a dicembre e diffuso ormai in diversi paesi, tra cui anche l’Italia, presenta una mutazione alla proteina spike che il nuovo Coronavirus utilizza per attaccare le cellule dell’organismo.

Secondo alcuni studi citati dal quotidiano americano The New York Times, la cosiddetta variante inglese sarebbe più contagiosa rispetto al virus come fin qui lo abbiamo conosciuto, per un range che va dal 30 al 50% in più nell’indice di trasmissibilità. Risultanze, queste, confermate dall’andamento esponenziale del contagio nei Paesi dove la variante inglese ha preso piede. Negli Stati Uniti, ad esempio, i positivi sono raddoppiati in dieci giorni. In un altro studio, sempre citato dal quotidiano della Grande Mela e sviluppato tramite i dati raccolti da alcuni scienziati inglesi, tra i positivizzati dal ceppo britannico esisterebbe anche un tasso di mortalità maggiore del 35% rispetto a chi è stato affetto dalla forma-base del Covid.

Alle voci a sostegno di una maggiore pericolosità della variante B.1.1.7 si sono di recente aggiunti alcuni studiosi di Harvard, che hanno collegato l’accelerazione nel contagio a una più lunga durata della malattia. Se non mutato, il SARS-Cov-2 viene sconfitto dopo 8,2 giorni in media, contro i 13 della variante inglese. Sempre secondo i ricercatori della prestigiosa università americana, nonostante la disparità di durata, il ceppo scoperto nel Regno Unito non sarebbe di per sé più pericoloso, cioè non determinerebbe un tasso di letalità più elevato. Tra i virologi nostrani che hanno messo in guardia contro il pericolo rappresentato dalle varianti, non solo a Brescia, c’è Massimo Galli. Nei giorni scorsi il responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano aveva parlato di “reparti pieni di varianti”, concludendo: “Credo e temo che (l’ondata di variante inglese, ndr) sia in atto”.

L’andamento del contagio in Italia dopo le varianti. È in arrivo la terza ondata?

Secondo il sito di SkyTg24, una mappa delle varianti sul suolo nazionale è “impossibile da costruire”, essendo gli unici dati disponibili basati su un numero ristretto di casi e risalenti all’indagine rapida condotta dal ministero della Salute ormai 20 giorni fa.

I principali quotidiani riportano episodi di contagio da varianti nelle seguenti regioni:

  •  Alto Adige (variante sudafricana)
  • Piemonte (variante inglese, nei comuni del Verbano-Cusio-Ossola e in particolare nel comune di Re)
  • Liguria (sarebbe collegato alla variante inglese il 21% delle nuove positività)
  • Lombardia (oltre che nella provincia di Brescia, la variante inglese sembra essersi diffusa in alcune scuole nei quartieri di Quarto Oggiaro e Arese)
  • Umbria (dove un monitoraggio ha messo in luce la presenza di 41 casi di variante brasiliana e 22 di inglese, su 77 campioni esaminati)
  • Veneto (qui la variante inglese sarebbe alla base del 17% dei casi, secondo il governatore Luca Zaia)
  • Emilia Romagna (secondo un report del 12 febbraio, la variante inglese sarebbe diffusa al 41%)
  • Marche (la variante inglese sarebbe presente soprattutto in provincia di Ancona)
  • Abruzzo (a Poggio Picenze, in provincia di L’Aquila, sono stati scoperti tre casi di variante brasiliana, un altro caso invece sarebbe stato registrato nel comune capoluogo. Nella regione è rappresentata anche la variante inglese)
  • Sardegna (la variante inglese è stata scoperta a Nuoro e Bono, in provincia di Sassari)
  • Lazio (zona rossa a Roccagorga – Latina – Colleferro e Carpineto per la presenza della variante inglese, isolata anche in provincia di Viterbo)

Naturalmente è molto difficile prevedere che impatto avranno le varianti nei prossimi giorni in Italia, mancando innanzitutto una rilevazione della diffusione dei ceppi sul suolo nazionale. Possono aiutare le proiezioni del numero totale degli infetti elaborate da Agenas e Università di Trento sulla base dei dati pubblicati dalla Protezione Civile. Secondo i grafici, nei sette giorni successivi all’ultima data di aggiornamento, il 21 febbraio, la presenza del Covid nel Paese dovrebbe rimanere più o meno stabile, nello specifico potremmo anzi andare incontro a una diminuzione dell’1% del numero dei positivi. Naturalmente la situazione cambia da regione a regione, un dettaglio non trascurabile fino a quando resterà in piedi il sistema a tre zone di rischio su base locale.

A questo indirizzo le proiezioni dell’Agenzia per ognuna delle 20 regioni italiane, dalla Lombardia, in cui è previsto un aumento del 10 per cento delle positività registrate, al Lazio, con un dato al contrario in diminuzione di 18 punti.

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Variante Covid, le città italiane più colpite e quelle a rischio Fonte foto: ANSA
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