Coronavirus: perché la variante inglese dura e contagia di più
Secondo i ricercatori di Harvard la variante inglese causerebbe un'infezione da Covid più lunga soprattutto nella fase più contagiosa
Un nuovo studio condotto all’Università di Harvard sulla variante inglese del coronavirus potrebbe far luce sui motivi dell’alta trasmissibilità di questo ceppo. Altre ricerche hanno mostrato che la proteina Spike, che compone la corona da cui il patogeno prende il nome, nella versione mutata in Regno Unito si legherebbe meglio ai recettori delle cellule umane. Questo consentirebbe al virus di invadere il nostro organismo con più efficienza. Altri scienziati hanno invece ipotizzato che la variante inglese sopravviva più a lungo nell’aria e sulle superfici.
Perché la variante inglese dura e contagia di più: lo studio di Harvard
Gli esperti dell’Università di Harvard hanno avviato uno studio, per ora in fase iniziale, in cui hanno rilevato che il Covid potrebbe durare di più se si è stati contagiati dal ceppo d’oltremanica. La finestra di tempo in cui è possibile infettare gli altri sarebbe dunque più ampia. La ricerca, secondo quanto riporta Repubblica, ha coinvolto finora solo 65 pazienti. Di questi 7 avevano contratto la variante inglese. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a tampone giornaliero.
La malattia è durata mediamente 8,2 giorni per gli individui contagiati dal coronavirus non mutato e ben 13,3 giorni per chi invece aveva contratto la variante inglese. La carica virale complessiva non sarebbe risultata differente nei due casi, e dunque la maggiore infettività del ceppo britannico non sarebbe causata da più particelle all’interno delle vie respiratorie. Questo conferebbe inoltre che la malattia mutata non sarebbe più grave rispetto a quella originale.
La variante inglese dura e contagia di più: i cambiamenti per la quarantena
Secondo quanto riporta Repubblica, a durare di più, per i ricercatori americani, sarebbe la fase proliferativa dell’infezione, ovvero quella in cui il coronavirus si replica sfruttando le cellule umane, che è anche quella in cui si è più contagiosi. Per questo dovrebbero essere rivisti i tempi di quarantena e isolamento previsti dalle normative anti Covid dei vari Paesi in cui la variante inglese sta diventando endemica e sta a poco a poco sostituendo il ceppo originale proveniente da Wuhan.
In Italia la quarantena per chi ha avuto un contatto stretto con una persona positiva è di 14 giorni oppure 10 giorni con un tampone antigenico o molecolare negativo al decimo giorno.