Corteo pro Palestina a Roma nel Giorno della Memoria vietato dalla Questura: tensioni con la comunità ebraica
Stop al corteo pro Palestina a Roma nel Giorno della Memoria: la Questura ha ordinato di svolgere la manifestazione in un altro giorno
La data del corteo pro Palestina a Roma va spostata. Questa la decisione della Questura della Capitale sulla manifestazione dei palestinesi indetta per sabato 27 gennaio 2024, nel Giorno della memoria.
- Corteo pro Palestina a Roma nel Giorno della Memoria: stop della Questura
- Maya Issa: "Fatto grave"
- Giovani Palestinesi Italia: "Scendiamo in piazza"
- Comunità ebraica prima dello stop della Questura: "Impedire questa vergogna"
Corteo pro Palestina a Roma nel Giorno della Memoria: stop della Questura
Nella mattinata di venerdì 26 gennaio, il personale della Questura di Roma, secondo quanto reso noto dall’Ansa, ha notificato la prescrizione agli organizzatori del corteo indetto.
La Questura ha spiegato che la prescrizione è stata decisa “in virtù delle direttive emanate nelle ultime ore dal Dipartimento della pubblica sicurezza in cui si indica che l’iniziativa si deve svolgere nelle stesse forme e modalità in altra data già a partire da domenica 28 gennaio”.
Maya Issa: “Fatto grave”
Non sono mancate le proteste a caldo. “Estremamente grave che la comunità ebraica incida su una decisione già presa dall’autorità competente che aveva autorizzato il corteo”. Così Maya Issa, presidente del Movimento degli studenti palestinesi dopo la scelta della Questura di far slittare il corteo dopo il 27 gennaio.
“Questa è una decisione che aumenta la rabbia – ha aggiunto Maya -. Noi ci riserveremo di decidere se manifestare domenica 28 ma non possiamo garantire che non ci siano persone che domani scendano comunque in piazza”.
E ancora: “Chi nega la storia non siamo noi. Volevamo commemorare le vittime della Shoah“.
“Volevamo anche fare un minuto di silenzio. Ma la presa di posizione della Comunità ebraica, è una presa di posizione politica che si schiera con Israele”. Quando dovrebbe prendere per le distanze. Oramai per noi sarà definita come Comunità Israeliana“, ha concluso la presidente del Movimento degli studenti palestinesi. evidentemente scontenta per l’evolversi della vicenda.
Giovani Palestinesi Italia: “Scendiamo in piazza”
Reazione dura anche da parte dei Giovani Palestinesi che su Instagram hanno postato un lungo messaggio contro il ministro Piantedosi spiegando che scenderanno comunque in piazza.
“La legge dello Stato – si legge – sancisce anche che l’Italia dovrebbe ripudiare la guerra e che dovrebbero essere vietate le commemorazioni fasciste come quelle per Acca Larentia, perché lì sì, c’erano gli antisemiti veri; eppure non ci sembra che il Governo si sia mosso con la stessa solerzia per far rispettare queste leggi fondamentali.
E ancora: “Chiaramente non è la legge il problema, visto che non si tratta di manifestazioni contro la commemorazione della Shoah, anzi. Chi veramente crede ed esercita la memoria, chi veramente ha vissuto profondamente nella coscienza l’esperienza della Shoah, certamente capisce perché si deve scendere in piazza per fermare il genocidio che sta avvenendo in Palestina“.
“È la memoria – prosegue il comunicato – che ci impone di scendere in piazza il 27 contro e nonostante i divieti, contro un Governo alleato dei criminali sionisti, contro un Governo fascista che però ha il coraggio di additare noi come antisemiti, solo perché lottiamo perché non si ripeta uno sterminio”.
“Rispetto a quello che sta pagando il nostro popolo per la propria libertà questo piccolo atto di disobbedienza civile è un rischio trascurabile, anche considerando che, fino a prova contraria, manifestare è ancora un diritto in Italia. Vi aspettiamo in piazza a Milano, Roma, Napoli e Cagliari: la repressione non ci fermerà”, conclude la nota.
Comunità ebraica prima dello stop della Questura: “Impedire questa vergogna”
Prima che arrivasse la decisione della Questura, il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, aveva attaccato l’iniziativa.
“Alle istituzioni, nazionali e locali, chiediamo di impedire questa vergogna”, dichiarava Fadlun. “Chiediamo responsabilità e buon senso. Le istituzioni assumano l’unica decisione possibile: dire No alla marcia antisemita nel Giorno della Memoria”.
Fadlun aggiungeva: “Abbiamo visto iniziative analoghe degenerare in comizi grondanti odio, appelli all’uccisione degli ebrei, bandiere israeliane bruciate e aggressioni agli agenti. Iinspiegabile l’autorizzazione al corteo anche per le possibili conseguenze sull’ordine pubblico e la sicurezza di Roma”. Ora l’autorizzazione non c’è più.