Il coronavirus è mutato? Lo studio e l'effetto sul vaccino
Cosa dicono gli ultimi studi sulle mutazioni del coronavirus e il loro impatto sul vaccino
Il nuovo coronavirus muta? E se sì quali sono gli effetti di queste mutazioni sulla pandemia e sull’efficacia dei vaccini in sviluppo in vari Paesi del mondo? Dubbi che seguono gli scienziati di tutto il mondo dall’inizio dell’epidemia, data la novità del virus Sars-CoV-2. Diversi studi stanno provando a fornire risposte a questi interrogativi, ma la materia resta ancora incerta e oggetto di dibattito.
Secondo alcune ricerche pubblicate nei giorni scorsi, la violenza della seconda ondata di Covid-19 sarebbe stata causata da una mutazione del virus, come sostiene Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms e membro del Cts.
“Il coronavirus mutatosi trasmette a una rapidità che ci lascia attoniti. La mutazione a febbraio si stava affacciando in Italia. Ora è diventata prevalente – ha detto Guerra – proprio perché offre al virus un vantaggio competitivo, con la sua velocità di propagazione”.
La mutazione in questione, indicata con il codice D614G, si sarebbe sviluppata in Europa in estate, diventando quella dominante, e si sarebbe poi diffusa nelle Americhe.
Una tesi messi in dubbio da un altro lavoro realizzato dai ricercatori dell’University College di Londra e pubblicato su “Nature Communications”. Uno studio basato sull’analisi dei genomi virali di quasi 50mila persone infettate in 99 Paesi e raccolti fino a luglio.
Secondo questa ricerca le mutazioni più comuni del virus Sars-CoV-2, compresa la D614G, non avrebbero effetti significativi sulla trasmissibilità. Il coronavirus non sarebbe quindi più aggressivo.
Di fatto non c’è ancora una risposta definitiva, come ha spiegato al Corriere della Sera Antonino Caro, direttore del laboratorio di microbiologia dell’istituto Lazzaro Spallanzani di Roma: “La comunità scientifica sta monitorando l’evoluzione dell’agente infettivo, che è soggetto a mutazioni”.
“Qualcuna di esse – ha detto – potrebbe diventare stabile e favorirlo ad esempio nell’introdursi nella cellula, però siamo nel campo delle ipotesi. In ogni caso queste eventuali mutazioni non compromettono l’efficacia del vaccino. Non c’è nessun allarme”.