Coronavirus, la protesta delle mamme: "I bambini devono giocare"
I genitori si sfogano su Facebook: "Fateci acquistare quaderni e pennarelli"
L’emergenza coronavirus non risparmia nessuno. Tutti noi abbiamo cambiato in un modo o nell’altro le nostre abitudini compresi i bambini, costretti anche loro a rimanere chiusi in casa. Proprio per questo motivo i genitori di tutta Italia hanno deciso di far sentire la propria voce e su Facebook hanno lanciato l’allarme attraverso profili personali e pagine, con gli hashtag #ildirittoalgioco, #bimbicoraggiosi e #andràtuttobene. Tra questi c’è l’account ‘Mamma al Naturale’ che con un post dal titolo ‘I colori proibiti’ ha specificato il problema: «Un nastro che vieta l’acquisto di matite, pennarelli, album e quaderni! Non sono beni di prima necessità. Ma siete seri? I bambini non possono fare più i bambini? No. È proibito. Non si può. Ma noi mamme affrontiamo questa emergenza sanitaria con i nostri figli ogni giorno e abbiamo il dovere di rendere le loro giornate spensierate e piene di colore! Le scuole sono chiuse e come possiamo anche negargli di giocare, ponendo dei limiti alla loro preziosissima fantasia. È un loro sacrosanto diritto».
Nel testo inoltre vengono elencati anche alcuni prodotti non fondamentali che però è possibile acquistare: «Posso comprarmi un profumo ma non posso comprare il pongo a mia figlia di due anni. Posso comprarmi una bottiglia di vino, o un pacchetto di sigarette forse addirittura un gratta e vinci, ma non posso comprarle gli acquerelli».
Il post in questione non è passato inosservato e diversi genitori hanno deciso di dire raccontare la propria esperienza. Secondo alcuni quanto scritto non corrisponderebbe alla realtà: «Io sono andata solo due volte a fare la spesa una volta al Pam e una volta al Carrefour ma ho sempre potuto acquistare tutto compreso la cancelleria», «A Cagliari e provincia si possono acquistare», «L’ordinanza vieta solo il sabato e la domenica», «A Messina ho visto lo stesso nastro ma era specificato che era divieto solo i prefestivi e festivi». Per altri utenti invece il problema sollevato dal post è reale: «A Udine non si può comprare la cancelleria dicono che c’è un decreto e possono prendere la multa», «Anche in Piemonte non è possibile comprare la cancelleria, neanche in settimana», «Anche da me colori, giochi e addirittura vestiti e intimo non si possono acquistare».