Coronavirus, Boccia: "Niente lockdown, possibili misure mirate"
Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia esclude l'ipotesi di un nuovo lockdown ma parla di un autunno duro da affrontare
Aumentano i contagi e in previsione c’è un autunno difficile da affrontare, ma non impossibile. Basta essere preparati. In sintesi è questo il pensiero del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia. Intervistato dal Corriere della Sera ha definito “incoscienti i negazionisti e chi pensa che l’economia venga prima della salute”. I nuovi casi nel frattempo salgono, la stagione autunnale si avvicina e con essa si teme la cosiddetta seconda ondata: “Sappiamo di andare incontro a un autunno duro. Il lavoro congiunto con le Regioni ci ha fatto rafforzare le reti sanitarie, raddoppiando le terapie intensive e in alcuni casi triplicando le sub intensive”.
Boccia però vede il bicchiere mezzo pieno e assicura che se tutti rispettano le regole, “reggeremo, grazie alle reti sanitarie e ai comportamenti di ciascuno”. Spazio quindi al braccio di ferro che alcune regioni hanno ingaggiato con il governo.
“Le linee guida nazionali – spiega Boccia – vengono rispettate in 19 regioni anche con ottimi risultati, poi la ventesima scrive norme che creano caos. Questo è un errore, perché una regione che ritiene di avere problemi aggiuntivi deve chiedere l’intervento della protezione civile”.
La Sardegna non ha dialoga con lealtà? “È chiaro che la leale collaborazione non c’è stata, tanto che il Tar ha accolto l’impugnativa del governo sui test”, replica il ministro.
Anche il Piemonte si è messo di traverso sul tema misurazione della febbre a scuola. “Il Piemonte aveva sottoscritto linee guida condivise – dichiara Boccia -. Non è che a scuola non vogliono misurare la febbre ma devi dargli i termoscanner, infatti il confronto duro c’è stato tra la Regione e i dirigenti scolastici, che non possono stare sull’uscio col termometro in mano”.
“Se una regione fa di testa propria – aggiunge – l’impugnazione delle ordinanze resta un’arma, anche a tutela delle altre 19. Il compito del governo è coordinare il tavolo, altrimenti è una Babele”.
Come già detto dal premier Conte, anche il ministro esclude un secondo “lockdown nazionale”, mentre ritiene possibili “interventi mirati sui territori, in base alla situazione epidemiologica”. “Ma al momento non vedo situazioni a rischio”, conclude.