Sileri sugli arrivi da fuori: "Basta il tampone o economia muore"
Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, contro l'allarmismo diffuso: "Bastano i tamponi, altrimenti non viene più nessuno"
I passeggeri arrivati a Roma dal Bangladesh, e poi risultati positivi, hanno riacceso l’allarme sul tema dei contagi di ritorno. Secondo l’esperto Andrea Crisanti sino ad oggi è stato sottovalutato l’impatto dell’importazione di nuovi casi. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervistato ad Agorà Estate, ha però sottolineato come chi arriva in Italia da un Paese che non è definito ‘a rischio’ debba esclusivamente sottoporsi al tampone, senza essere trattenuto.
Sileri: “Dobbiamo smetterla di fare paura alla gente”
Sileri ha poi dichiarato che si dovrebbe “smettere di fare paura alla popolazione” perché “il virus circola molto meno. Potrebbe circolare di più in autunno, ma se manteniamo le regole che abbiamo non tornerà come prima“.
Il vice di Speranza ha poi sottolineato il ruolo dei test sierologici e dei tamponi, “sono le armi: i tamponi sono necessari anche per liberare le persone dalla quarantena. Se una persona non viene da un Paese ad alto rischio basta intensificare i controlli: si fanno i tamponi all’arrivo e poi magari si ripetono e si lasciano libere di circolare, sennò non viene più nessuno e l’economia muore“.
Sileri a Zaia: “Per chi viola la quarantena vanno bene le leggi attuali”
Non servono leggi particolari per chi viola la quarantena, perché quelle che ci sono – ha detto Sileri – sono sufficienti. “Bisogna solo applicare la legge che già c’è: chi è in quarantena deve rimanervi, viene già punito se esce ed è positivo”.
Secondo il viceministro, quindi, la richiesta di Zaia di aumentare sanzioni e pena sarebbe eccessiva. “Probabilmente – ha aggiunto Sileri – una soluzione più forte nei controlli è necessaria, il caso del Veneto è grave ma isolato, non sono tutti così. Lo dimostrano i controlli sui focolai e su come vengono condotti. La battaglia ora è proprio sui focolai che vanno affrontati con tamponi e isolamento, e sta funzionando, ne vengono scoperti molti ma vengono spenti”.
Sileri contro l’Oms: “Il peggio non deve ancora arrivare”
Sileri ha poi criticato l’Oms. “All’inizio il virus non si conosceva bene – ha detto -, l’Oms negli ultimi 15 giorni di gennaio ha cambiato le circolari e le ha rese un po’ fuorvianti, ha confuso un po’ le idee“.
E sull’affermazione dell’Organizzazione, ossia che ‘il peggio deve ancora arrivare‘, il viceministro ha aggiunto che di essere stato colto di sorpresa: “Andava bene il 31 gennaio, ma ora bisogna indicare in quali Paesi. Qui è difficile che possa diventare peggio di come è stato, significherebbe avere dimenticato tutte le misure, il training delle persone e dei medici, la preparazione degli ospedali”.